Monito del patriarca Sfeir: “la guerra comincia con le parole”
Il cardinale torna ad esortare i libanesi ad assumere in prima persona a responsabilità del proprio futuro. Moussa annuncia il suo ritorno a Beirut mercoledì prossimo, ma si rifiuta di dichiararsi ottimista o pessimista, mentre Mubarak avverte che se l’iniziativa della Lega fallirà, gli arabi “si laveranno le mani” dalla crisi libanese.
Beirut (AsiaNews) – “La guerra comincia con le parole”: è un antico modo di dire che il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha evocato ieri per rinnovare la sua messa in guardia dal baratro verso il quale sembra precipitare il Libano. Il cardinale è anche tornato ad ammonire perché i libanesi sentano la responsabilità di prendere in prima persona le decisioni che riguardano il loro futuro. “noi – ha detto ieri durante la messa celebrata a Berke – siamo inondati di proposte che nascondono enigmi capaci di portarci ad una situazione disastrosa”.
“Certo – ha aggiunto dopo la celebrazione del rito – noi dobbiamo sollecitare l’aiuto degli altri, ma dobbiamo prima di tutto contare su noi stessi. Non possiamo lasciare agli altri il compito di realizzare le nostre aspirazioni. La gente ci aiuta, ma realizza prima di tutto i suoi interessi. Ci aiutano a nostre spese, perché fanno i loro calcoli”.
Le parole del patriarca sono giunte ad un giorno di distanza da una dura dichiarazione del presidente egiziano Hosni Mubarak per il quale gli arabi si “laveranno le mani” dal problema libanese se non sarà accolta l’iniziativa della Lega araba per risolvere la crisi creata dalla mancata elezione del nuovo presidente della Repubblica.
L’iniziativa, per la quale sta operando il segretario della Lega araba, Amr Moussa, vedrà il ritorno dello stesso Moussa a Beirut, mercoledì prossimo. “Tornerò – ha dichiarato – perché la situazione resta pericolosa”.
In proposto, il capo della Lega araba, sabato scorso, partendo dal Libano, si è rifiutato di parlare di ottimismo o pessimismo, limitandosi a dichiarare che “continuano gli sforzi di consultazione con esponenti politici” da parte di “componenti arabe e internazionali”. “Debbono ancora essere discussi – ha aggiunto - un certo numero di dettagli, ed anche di questioni chiave”. “Un problema che si è trascinato per più di un anno – ha concluso, riferendosi alla crisi politica – non può risolversi in un giorno, ma io spero che non ci vorrà un altro anno”. (PD)
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