Modi “corteggia” i leader dell’Asia centrale per controbilanciare l’influenza di Russia e Cina
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Per bilanciare la nuova alleanza tra Mosca e Pechino, che intendono rilanciare la cooperazione nel “Lontano oriente russo”, Delhi rafforza la collaborazione economica con i Paesi dell’Asia centrale. È questo il motivo che ha portato il premier indiano Narendra Modi a effettuare un tour nei cinque Paesi del’area, a margine del summit Brics che la scorsa settimana ha radunato le potenze alternative all’Occidente. La visita di Modi “riflette la nostra intenzione di dare avvio ad una nuova era nelle relazioni con le repubbliche dell’Asia centrale”, come egli ha dichiarato il 6 luglio durante l’incontro con il presidente uzbeko Islam Karimov.
I Paesi centro-asiatici, da sempre ancorati all’orbita russa, sono nel mirino nelle maggiori potenze dell’area, in primis la Cina che da anni investe nel settore minerario, petrolchimico, siderurgico, ma anche manifatturiero. Le enormi potenzialità che la regione offre in termini di risorse è nota anche al primo ministro indiano, che nella tappa ad Astana del 7 luglio ha dichiarato: “L’India è la nuova frontiera di opportunità per il mondo. L’Asia centrale è una vasta regione di enormi risorse, persone con talento, rapida crescita e posizione strategica. L’India è pronta a investire molto in una nuova collaborazione che porti prosperità”.
Nel viaggio di Modi si è infatti parlato quasi solo di economia, a differenza della recente visita di Ban Ki-moon dove erano stati toccati anche temi sociali come il rispetto dei diritti umani. Nella prima tappa in Uzbekistan, Modi ha chiesto a Karimov di creare nel Paese un ambiente “più favorevole” alle imprese indiane. I due poi hanno siglato accordi che rafforzano la collaborazione in ambiti chiave, come la fornitura di uranio - l’Uzbekistan fornirà 2mila tonnellate di ossido di uranio in più nei prossimi anni -, la lotta al terrorismo al confine con l’Afghanistan, lo stimolo al turismo e alla cultura, la difesa e la sicurezza aerea.
In Kazakhstan - seconda tappa - Modi ha assicurato una maggiore presenza indiana nel mercato dell’energia. I due Paesi estrarranno insieme il petrolio nel Mar Caspio e il presidente Nursultan Nazarbayev ha accordato la vendita di 5mila tonnellate di uranio nei prossimi cinque anni (tra il 2010 e il 2014 ne ha vendute circa 2mila). Modi ha dichiarato: “Il Kazakhstan è il maggior partner dell’India nella regione. Nel 2014 gli scambi hanno raggiunto 1,3 miliardi di dollari. Ma le nostre relazioni sono ancora modeste, se comparate al potenziale delle nostre nazioni. Lavoreremo insieme per portare i nostri legami economici ad una nuovo livello”. Siglati accordi anche sullo scambio di prigionieri, sulla cooperazione nel campo dell’informatica e della difesa. I due Paesi hanno promesso di effettuare esercitazioni militari congiunte, tenere regolari consultazioni, addestrare i rispettivi eserciti e cooperare nelle missioni di pace dell’Onu.
Dopo la tappa al vertice dei Paesi Brics in Russia, il primo ministro indiano si è recato in Turkmenistan. Insieme al presidente Gurbanguly Berdimuhamedov ha deciso di accelerare le ultime fasi del progetto del gasdotto Tapi (Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India). In Kyrgyzstan invece il dialogo con il presidente Almazbek Atambayev si è concentrato sulla ricerca nel settore agricolo, farmaceutico e minerario. Infine il Tajikistan, ultima tappa del tour. Siglati accordi con Emomali Rahmon in vari ambiti: difesa, energia idrica, lotta al terrorismo e al traffico di droga.
Secondo gli analisti, Mosca e Pechino “hanno osservato con gelosia il corteggiamento di Modi nei confronti dei leader delle cinque repubbliche ex-sovietiche”. Aidos Sarym, esperto kazako, riferisce a Eurasianet.org: “L’India vorrebbe giocare un ruolo più importante in Asia Centrale. Di sicuro la Russia e la Cina non saranno altrettanto contente di vedere qui Delhi”, dal momento che Modi “ha invitato a cooperare e collaborare, piuttosto che competere ed escludere”. “Anche se il Cremlino - continua - ancora considera la regione come una zona di suo esclusivo interesse, Putin in questo momento non vuole inimicarsi l’India. Ha bisogno del suo sostegno contro l’Occidente, dato che le relazioni con Stati Uniti ed Unione Europea sono congelate a causa della crisi ucraina”.
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