Mizdah, uccisi 26 migranti bangladeshi
Le autorità locali ipotizzano che il massacro sia stato compiuto dai trafficanti che li tenevano in ostaggio. Almeno 12 milioni di cittadini del Bangladesh vivono all’estero; poco più di 21mila si trovano in Libia. Nel 2020, 654 bangladeshi sono entrati illegalmente in Europa dal territorio libico. Caritas Bangladesh: pagano più di 10mila euro per finire nelle mani di aguzzini senza scrupoli.
Dhaka (AsiaNews) – 26 migranti bangladeshi sono stati uccisi e 12 feriti in un attacco in Libia. Il massacro è avvenuto il 27 maggio. Ne ha dato notizia ieri il Governo di accordo nazionale a Tripoli, l’autorità libica riconosciuta dalla comunità internazionale.
Il raid è avvenuto a Mizdah, 180 km a sud della capitale. Nell’attacco sono stati uccisi anche quattro cittadini africani. Le autorità locali ipotizzano che la strage sia stata compiuta per vendetta dalla famiglia di un trafficante che teneva in ostaggio i migranti. L’uomo era stato ucciso dai suoi “prigionieri” dopo aver chiesto altro denaro per il loro trasferimento a Tripoli.
Secondo dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 12 milioni di cittadini del Bangladesh vivono e lavorano all’estero; poco più di 21mila si trovano in Libia: il 3% dei 654mila migranti presenti al momento nel Paese nordafricano, devastato da una lunga e sanguinosa guerra civile che vede confrontarsi le autorità di Tripoli e le forze del generale Khalifa Haftar.
Fino al 2011, anno della caduta del regime di Muhammar al Gheddafi, la Libia era un importante hub petrolifero che attirava migliaia di migranti stranieri. Ora il suo territorio è usato dai trafficanti di essere umani come un trampolino per far entrare in modo illegale schiere di lavoratori migranti in Europa. Come riporta l’agenzia europea Frontex, nei primi quattro mesi del 2020, 654 cittadini del Bangladesh sono entrati illegalmente in Europa dalla Libia.
Joel T. Rebeiro, responsabile dell’ufficio migranti di Caritas Bangladesh, spiega ad AsiaNews che migliaia di bangladeshi lasciano ogni anno il Paese per raggiungere l’Europa: “Si tratta per lo più di persone poco istruite, che pagano più di 10mila euro per andare in Libia, un Paese di cui non sanno nulla, convinti di guadagnare molti soldi”.
Per Rebeiro, il governo di Dhaka dovrebbe fare qualcosa per rendere queste persone più consapevoli del rischio che corrono, soprattutto della possibilità di finire nelle mani di trafficanti senza scrupoli.