Missionario rapito ritorna nelle Filippine
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Dopo due mesi di riposo in Irlanda p. Michael Sinnott ritorna nelle Filippine. Il missionario di S. Colombano è atterrato nella capitale lo scorso 15 gennaio alle 22. Ad accoglierlo i confratelli e il superiore p. Patrick O’Donoghue. “Sono felice di essere tornato – afferma p. Sinnott – e spero di poter continuare il mio lavoro a Pagadian”. Il missionario ha compiuto 80 anni lo scorso 17 dicembre. Nonostante i problemi di salute egli ha chiesto ai superiori di continuare la sua missione a Zamboanga, luogo del suo rapimento.
P. Sinnott è stato rapito lo scorso 11 ottobre nella sua casa a Pagadian (Zamboanga) da un commando di sette uomini armati. Per sfuggire all’esercito filippino i rapitori hanno costretto p. Sinnott, anziano e malato di cuore, a vagare per un mese nella giungla della provincia di Lanao del Norte, distante 150 km da Zamboanga. Dopo 31 giorni di prigionia il missionario è stato rilasciato lo scorso 12 ottobre. Ciò grazie all’intervento congiunto di polizia, esercito e membri del Moro Islamic Liberation (Milf). Durante il sequestro cristiani e musulmani di Zamboanga hanno allestito numerose veglie di preghiera per chiedere ai rapitori la sua liberazione.
“Il giorno del mio rilascio sono rimasto impressionato di vedere così tante persone pregare per me – dice p. Sinnott – ringrazio tutti i filippini dal profondo del cuore”.
Negli ultimi anni 13 missionari stranieri sono stati rapiti o uccisi nel Paese. P. Sinnott è il terzo sacerdote di origine irlandese a subire un sequestro. Nel 1997 p. Des Hartford è rapito da un gruppo di ribelli islamici e liberato dopo 12 giorni di prigionia. Pochi anni dopo nel 2001 un altro missionario, p. Rufus Hally di Waterford è ucciso durante un tentativo di rapimento. Nel 2007 p. Giancarlo Bossi del Pime è sequestrato a Zamboanga e liberato dopo 39 giorni di prigionia. Ciò grazie alla collaborazione del Milf che aveva mediato con i rapitori.
12/11/2009