Missionario di Madre Teresa: Natale, gioia della presenza di Dio nel volto dei disabili
Oggi si celebra la giornata mondiale delle persone affette da disabilità. Fratel Yesudas vive in un centro che ospita 60 persone con disturbi mentali. Qui “le risate non mancano mai”. I malati “non hanno l’attitudine ad accumulare ricchezze, ma vivono la vita come presenza della gioia”.
Calcutta (AsiaNews) – Il Natale come “gioia della presenza di Dio nel volto dei disabili”. È il tempo della nascita di Gesù Cristo descritto da fratel Yesudas, missionario della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta. Il missionario ha diffuso la sua lettera di Natale oggi, giorno in cui a livello mondiale si ricordano le persone affette da disabilità. Egli vive al Karuna Bhavan (santuario di pace) di Calcutta, insieme a 60 persone affette da disturbi mentali. Qui, afferma, “sto scoprendo sempre di più che nell’accogliere il povero, il debole e il ferito, riveliamo una nuova presenza di Gesù. Questo è il vero Natale”.
Il missionario opera insieme ad altri quattro confratelli. Mentre ci avviciniamo al periodo del Natale, scrive, “sentiamo sempre più forte il richiamo del mercato”, cioè quell’impulso ad acquistare vestiti firmati, scarpe, regali e dolci. Ma “lo scopo della vita – afferma – non è accumulare cose, semmai è vivere gioiosamente al suono delle risate”.
Sorrisi che non mancano nel centro in cui lavora. “Sperimentiamo – dice – la gioia e le risate di queste persone in mezzo al nostro desiderio di essere con loro. La nostra vita è un incontro tra la debolezza e la forza della grazia di Dio che consente a tutti noi di vivere una vita piena e gioiosa, nella quale il nostro servizio a questi poveri significa che quando facciamo piccole cose per loro [le facciamo] per la gloria di Dio”.
In questa condizione umana, aggiunge, “scopriamo che forza e debolezza vivono assieme e un amore compassionevole è nato: l’aiuto reciproco passa attraverso questi deboli corpi. Lo stare insieme ci porta a diventare una persona dal valore inestimabile. Quando ci uniamo insieme per aiutare altre persone deboli, entriamo nel punto d’incontro. È l’incontro tra il dolore del Signore e il dolore del povero”.
Egli si meraviglia della gioia che i malati manifestano. Tra i disabili, racconta, c’è chi salta e canta, chi intona inni sacri la mattina presto, chi ride senza sosta trascinando altri nella sua risata contagiosa. “Essi non hanno l’attitudine ad accumulare, ma vivono la vita come presenza della gioia”.
Anche Gesù, conclude, è venuto al mondo senza possedere grandi beni: “È nato a Betlemme, ed è cresciuto in un piccolo luogo chiamato Nazareth. Ha compiuto tutto i suoi miracoli nelle piccole città della Galilea. Egli è venuto per mostrarci che le piccole cose sono meravigliose agli occhi di Dio e che la gioia nella nostra vita nel Signore viene dalle piccole cose. Il Natale è fare piccole cose per coloro che sono nel bisogno; questo ci rende santi del mondo moderno”.