Missionario Pime in Thailandia: In Quaresima, iniziative per i poveri e sostegno ai catecumeni
Bangkok (AsiaNews) - Attenzione ai settori più poveri ed emarginati della società, sostegno e vicinanza ai catecumeni che si preparano a ricevere il battesimo a Pasqua, iniziative per la pace e il dialogo in un periodo travagliato della storia della nazione. Così i cattolici in Thailandia vivono la Quaresima, iniziata ieri con le funzioni del mercoledì delle Ceneri, dedicando una particolare attenzione alla pastorale sociale secondo le direttive tracciate dalla Conferenza episcopale. A raccontarlo ad AsiaNews è p. Adriano Pelosin, sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), originario di Loreggia, in provincia di Padova, da 35 anni nel Paese asiatico. La nazione attraversa una fase politica e istituzionale convulsa, caratterizzata da mesi di proteste dell'opposizione che chiede la cacciata della premier Yingluck Shinawatra, ritenuta un "pupazzo" nelle mani del fratello Thaksin. Tuttavia, sottolinea il missionario, "il popolo thai mostra una maturità mai vista prima, dialoga e discute in modo aperto dei problemi, anche nei talk-show televisivi, senza ricorrere alla violenza". Questo elemento di pace e armonia caratteristico della cultura locale, aggiunge, è "fonte di speranza" ed indice "di grande maturità".
P. Pelosin ha speso a lungo la propria missione nelle baraccopoli della periferia di Bangkok, salvando bambini dalle violenze sessuali, tenendoli lontani dai trafficanti e dalla criminalità organizzata. Garantendo loro, al contempo, formazione scolastica e agevolando l'inserimento sociale e lavorativo. Dal maggio di quest'anno l'arcivescovo di Bangkok mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, gli ha affidato la cura della parrocchia di San Marco a Pathumthani, a nord della capitale.
In Quaresima, sottolinea il sacerdote, la Chiesa cattolica thai "ha insistito sul concetto della povertà e dei poveri", invitando i fedeli a "lavorare per la giustizia, perché tutti abbiano il necessario", invitando a "condividere i beni e favorire maggiore uguaglianza fra le persone". I vescovi premono molto sul valore della riconciliazione, esortando la gente a "non farsi influenzare da ciarlatani" e a non rimanere vittime "dei pregiudizi". Due mesi fa, aggiunge, i prelati hanno inviato una preghiera ai fedeli "che viene recitata ogni giorno in occasione di convegni, incontri e assemblee; per la riconciliazione nazionale e perché tutti lavorino per la giustizia". In queste settimane, infatti, aleggia lo spettro della scissione nel nord e nel nord-est del Paese, dove riemergono vecchi attriti mai sopiti.
Ieri i fedeli hanno aderito in massa alle celebrazioni del mercoledì delle Ceneri, pur essendo una giornata di normale lavoro. La chiesa era gremita, racconta p. Pelosin, e ai fedeli "ho chiesto di rinnovare la propria vita, seguendo un digiuno che non sia solo rinuncia al cibo, ma anche dai vizi, dai soprusi, dalle ingiustizie. Molti parrocchiani sono imprenditori, possiedono attività e a loro ho chiesto di trattare con rispetto i dipendenti". Fra le molte iniziative per la Quaresima, vi è il progetto di ricostruzione di case e alloggi della baraccopoli di Wat Sake: "I fedeli partecipano - continua il missionario Pime - donando cibo, riso, denaro, beni di prima necessità, oppure dedicando parte del loro tempo per la ristrutturazione degli edifici".
Per la prima volta, aggiunge, emerge una "vera solidarietà, una vicinanza sincera ai poveri e alle loro sofferenze: dai bambini orfani, agli anziani abbandonati, ai giovani da poco usciti dal carcere e in cerca di un riscatto sociale". Grazie al contributo dell'arcivescovo di Bangkok "abbiamo acquistato una casa nei terreni del tempio di Wat Sake. Entro la prossima settimana verrà completata l'opera di ristrutturazione, poi diventerà un centro di assistenza per bambini con alle spalle famiglie povere o disagiate. Qui potranno trascorrere il tempo delle vacanze estive, partecipando ad eventi e attività" promossi da educatori e volontari della parrocchia.
L'evento più significativo di queste settimane è la speciale funzione di domenica prossima, con la "cerimonia di elezione dei catecumeni" che si preparano a ricevere il battesimo nel giorno di Pasqua. Fra loro, racconta p. Pelosin, vi sono "otto cittadini iraniani musulmani, convertiti al cristianesimo proprio qui, in Thailandia". Essi vivono "con gioia" il battesimo, si dicono pronti "al martirio per la fede e sono felici di aver scoperto la verità che è Gesù Cristo". Nel loro percorso di avvicinamento al cattolicesimo, aggiunge il missionario Pime, hanno incontrato "un iraniano di nome Davide, che oggi sta studiando teologia e si è messo a disposizione per l'insegnamento del catechismo". Per rimanere in contatto quotidiano e costante con la comunità, gli otto giovani si sono trasferiti in una casa vicina alla parrocchia. Fanno parte di un gruppo di catecumeni che comprende anche "una vietnamita rifugiata politica, il cui marito è già cattolico, un ragazzo cambogiano fuggito dal Paese di origine, un uomo paralizzato costretto sulla sedia a rotelle e una cantante thai che, fino a poco tempo fa, viveva a Singapore. Ha lasciato il lavoro per partecipare alle lezioni di catechismo... una personalità travagliata, che sembra aver recuperato un po' di serenità".
La presenza dei cattolici in Thailandia è davvero esigua, appena lo 0,1% su una popolazione totale di 66,7 milioni di abitanti che professa in larga maggioranza il buddismo, con una enclave islamica nel sud del Paese; tuttavia, la comunità cristiana è ricca di vitalità e spirito di iniziativa soprattutto nel sociale e nel settore dell'istruzione.
28/02/2014