Missionaria della Carità: Vincere la cultura della morte accogliendo bimbi indesiderati
New Delhi (AsiaNews) - In occasione del primo centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta, che si festeggerà il prossimo 26 agosto, AsiaNews continua a raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto con la Beata.
Suor Kusamam ha 48 anni ed è entrata nelle Missionarie della Carità nel 1985. Per la maggior parte dei suoi 25 anni da consacrata, ha aiutato i bambini abbandonati o indesiderati attraverso l’adozione. Ha passato due anni e mezzo con Madre Teresa e da lei ha imparato a servire Gesù attraverso i poveri. Nel settembre del 2004, insieme ad altre sei sorelle, è stata picchiata a sangue da 40 uomini, mentre distribuiva del cibo ai poveri abitanti di una baraccopoli alla periferia di Calicut, nel Kerala. Suor Kusamam porta ancora i segni delle percorse ricevute, insieme a una gioia “inspiegabile”.
Cosa è successo nel settembre del 2004?
Ci avrebbero bruciato vive se non fosse stato per la presenza di Madre Teresa. Siamo state attaccate in quanto Missionarie della Carità, ma la Madre era presente a proteggere le sue figlie. Di questo fatto, non abbiamo dubbi.
Quella povera gente nelle baracche viveva senza comodità quali strade, acqua ed elettricità. Una volta al mese portavamo loro cinque chili di riso e qualche vestito di seconda mano. Oggi lo stesso sobborgo ha una vera strada e i veicoli possono raggiungerlo. Gli abitanti hanno elettricità e un pozzo. Ho anche detto al Capo dei ministri del Kerala che se le nostre sofferenze e le percosse subite sono state d’aiuto ai più poveri tra i poveri, noi abbiamo fatto ciò che siamo chiamate a fare: servire i poveri con le nostre vite e la nostra testimonianza. La Madre è stata chiara, noi siamo chiamate a essere canali dell’amore di Gesù attraverso il nostro lavoro per i più poveri tra i poveri.
In che modo le percosse subite da voi sono state d’aiuto ai poveri?
Sono piena di gioia perché posso partecipare, come Missionaria della Carità, alle sofferenze di Cristo. Anche oggi, soffro ancora le conseguenze di quelle percosse. Ho frequenti mal di capo perché mi hanno colpito più volta in testa, e la vista dall’occhio sinistro è compromessa e mi dà problemi. Ma niente può levarmi la gioia che provo nel vedere quella povera gente che aiutavamo con vestiti di seconda mano e cinque chili di riso al mese, vivere con dignità. La loro condizione infatti è stata messa in evidenza grazie alle percosse che abbiamo ricevuto. Inoltre, la Madre ci ha sempre detto: non cercate il successo, ma siate sempre fedeli.
Lei si prende cura dei bambini abbandonati. Chi vi affida questi bambini e come reagisce quando te ne portano uno?
Abbiamo 34 bambini da 0 a 10 anni. A volte sono le madri non sposate a darci i loro neonati; altre volte, sono gli ospedali a darci i bambini che le madri non sposate lasciano a loro, per permettere l’adozione. Infine, molti sono bambini abbandonati.
Ogni volta che ne arriva uno, ringrazio Dio. È una gioia così grande vedere che questi bambini non vengono abortiti. Siamo così grate che oggi queste madri scelgano di non uccidere i loro bambini. Nonostante una vittoriosa cultura della morte nella società, hanno il coraggio di portare a termine la gravidanza e lasciare i bambini per l’adozione.
Cosa dite alle madri che lasciano la vostra casa, dopo avervi affidato i figli?
Confortiamo le donne e le incoraggiamo, dicendo loro che non sono delle assassine, ma che hanno dato valore alla vita. Anche se il mondo le emargina per le loro gravidanze indesiderate, loro sono portatrici di vita.
Perché sei sempre così allegra?
Il mio Sposo, Gesù, si prende cura di me e mi adorna con ogni cosa per mantenermi giovane, felice e piena di gioia. Come un buon marito che ricopre la moglie di cose buone, per renderla bella e felice, così il mio Sposo mi dà più di quello che io potrei anche solo sperare. L’unica cosa che desidero è di esserGli fedele e di servirLo attraverso i più poveri tra i poveri.