Mirpur, vittime della baraccopoli bruciata: Incendio doloso per farci andare via
I sopravvissuti raccontano: “Odore di benzina mentre le baracche andavano in fiamme”. I residenti incolpano Md. Elias Uddin Mollah, un parlamentare dell’Awami League. La Caritas inizierà a distribuire aiuti.
Dhaka (AsiaNews) – Qualcuno “ha appiccato le fiamme per farci andare via. C’è una persona potente dietro tutto questo. Non abbiamo mai fatto male a nessuno, sappiamo che il terreno è di proprietà del governo. Sarebbe stato meglio se le autorità ci avessero detto di lasciare le case e dato un altro posto in cui vivere”. Lo afferma un sopravvissuto del rogo che ha devastato la baraccopoli di Chalantika a Mirpur, un quartiere di Dhaka. Qui la sera del 16 agosto sono andate in fiamme 1.500 capanne costruite con il tetto in plastica, materiale che ha accelerato il propagarsi dell’incendio. Saidul Islam, un altro residente della baraccopoli distrutta, afferma: “Sentivamo odore di benzina”.
Prende sempre più corpo l’ipotesi che l’incendio di Mirpur sia stato un atto doloso. Saidul è un autista di rickshaw e padre di tre bambini. Giunto senza un soldo nella capitale da Rongpur (nord del Bangladesh), viveva nell’insediamento da 10 anni. “Abbiamo scoperto – dice – che le fiamme sono divampate da nord e da sud. Credo che qualcuno le abbia appiccate in maniera intenzionale per costringerci ad andare via, altrimenti non si spiega [la dinamica del rogo] scaturito da entrambi i lati”.
La signora Mirzuna Begum racconta: “Non ero a Dhaka quando è scoppiato l’incendio, ero nel mio villaggio vicino Mymensingh. Appena lo abbiamo saputo, siamo corsi a Dhaka. Non resta più nulla della nostra casa. Non sappiamo dove andare, trascorriamo la notte per strada”.
L’area in cui è avvenuto il rogo è di proprietà del Dipartimento dei lavori pubblici di Rupnagar. Molti di coloro che abitavano nella baraccopoli ritengono che dietro le fiamme ci sia un potente parlamentare: Md. Elias Uddin Mollah, membro del partito Awami League. Secondo Saidul, “il parlamentare ci vuole cacciare per costruire nuovi palazzi”.
Da parte sua, il politico respinge le accuse: “Tutto quello che dicono contro di me è falso. Le persone possono dire tante cose, ma io voglio la pace, non lo scontro. Alcuni anni fa sono stato accusato di un altro incendio a Kalshi (Mirpur). Le persone possono inventare storie contro un personaggio politico”.
Al momento gli sfollati vivono all’aperto ed è stato dato loro il permesso di edificare nuove case, ma essi non hanno i soldi. Joyti Gomes, direttore regionale della Caritas di Dhaka, fa sapere che “presto inizieremo a distribuire cibo, vestiti e ricostruiremo le capanne”.
13/07/2021 08:32