02/11/2018, 17.55
EGITTO
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Minya: jihadisti colpiscono bus di pellegrini copti, sette morti. Il cordoglio dei cattolici

Un commando estremista ha colpito un mezzo carico di fedeli in una zona desertica a sud della capitale. Fonti copte parlano di dieci morti, il bilancio destinato ad aumentare nelle prossime ore. Portavoce Chiesa cattolica: i miliziani hanno agito “per vendetta”, timori “reali” per una nuova ondata di attacchi.

 

Il Cairo (AsiaNews) - La comunità cristiana copta in Egitto è finita di nuovo nel mirino delle milizie fondamentaliste islamiche. Oggi un commando estremista ha attaccato un bus carico di pellegrini, diretti a un monastero in un’area remota e desertica a sud della capitale, il Cairo. Il bilancio, tuttora provvisorio, fornito dal ministero degli Interni parla di almeno sette morti e 12 feriti.

Tuttavia, il portavoce della Chiesa copta ortodossa Bouls Halim riferisce che il bilancio è destinato ad aumentare nelle prossime ore. Secondo alcune fonti cristiane della provincia di Minya, dove è avvenuto l’attentato, il bilancio è di 10 vittime, ma non vi sono ancora conferme ufficiali.

Al momento nessun gruppo ha rivendicato il gesto, anche se le modalità fanno pensare a un attacco pianificato e sferrato da milizie dello Stato islamico (SI, ex Isis). Nell’area da anni sono attive cellule del Califfato, protagoniste di sanguinosi combattimenti contro le forze di sicurezza egiziane nella Penisola del Sinai e lungo il confine desertico con la Libia.

Interpellato da AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, esprime “solidarietà e condoglianze ai copti, nostri fratelli in Cristo”. Egli parla di “evento doloroso” non solo “per i cristiani, ma anche per molti musulmani” pacifici contrari alle violenze jihadiste. Secondo il leader cristiano “l’attentato potrebbe essere una risposta dei jihadisti” all'operazione antiterrorismo di ieri delle forze di sicurezza [18 i terroristi uccisi] e al forum internazionale dei giovani in programma dal 3 al 6 novembre a Sharm el Sheikh.

“Non potendo colpire il Wyf per le imponenti misure di sicurezza - spiega - i miliziani hanno voluto colpire una parte più debole e un obiettivo più semplice”. Del resto, ricorda, già un anno e mezzo fa i jihadisti “hanno colpito nello stesso modo, nella stessa zona, contro lo stesso obiettivo”. “È la seconda volta che succede - conclude il portavoce della Chiesa cattolica egiziana - ed è probabile che abbiano agito per vendetta”. Il timore che possa iniziare una nuova ondata di violenze “è reale”.

In una nazione di quasi 95 milioni di persone a larga maggioranza musulmana, i cristiani copti sono minoranza consistente pari al 10% circa del totale della popolazione. Fra il 2016 e il 2017 il Paese dei faraoni ha registrato una serie di attentati sanguinosi, che hanno coinvolto la stessa comunità cristiana.

In relazione agli attacchi, a metà ottobre un tribunale militare ha condannato a morte 17 persone.

L’escalation di violenze aveva fatto temere anche la cancellazione del viaggio apostolico di papa Francesco in Egitto, in programma nell’aprile dello scorso anno. Tuttavia, il pontefice ha rispettato il programma incontrando il presidente della Repubblica, il grande imam di al-Azhar e celebrato una messa davanti a decine di migliaia di fedeli.

 

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