Minoranze religiose del Pakistan: Nuove leggi per garantire i nostri diritti civili
Rappresentanti cristiani, sikh, indù e kalasha hanno presentato uno studio comune sulle leggi personali/di famiglia e sugli effetti della loro mancanza in Pakistan. Le minoranze chiedono di essere rispettate al pari della maggioranza islamica. In questo modo manterrebbero la loro identità nel contesto socio-culturale più ampio. Tra i temi affrontati, il matrimonio, divorzio, dote, eredità, adozione dei figli.
Lahore (AsiaNews) – L’approvazione di alcuni principi base di legge per le minoranze religiose in modo da assicurare i diritti civili delle comunità confessionali in Pakistan e mantenere le loro identità separate all’interno del più ampio tessuto socio-politico. È quanto hanno chiesto rappresentanti delle varie minoranze religiose presenti nel Paese, riunite l’1 marzo per presentare un rapporto sul tema. La proposta è sostenuta con forza dalla Commissione nazionale Giustizia e pace (Ccjp) della Conferenza episcopale pakistana, che dal 1985 lavora per proteggere le comunità emarginate dalla discriminazione, assicurare un’educazione imparziale e la libertà di religione o credo.
L’analisi presentata durante una conferenza stampa comprende anche uno studio sulla situazione delle minoranze in assenza di queste leggi. La Ccjp ha ascoltato i pareri di esperti in diritto, studiosi, leader religiosi e li ha raccolti in un documento intitolato “Proposte di principi delle leggi di famiglia/personali per le minoranze religiose in Pakistan”. Questi regolerebbero vari aspetti: l’età al momento del matrimonio; la registrazione dell’atto matrimoniale e la sua dissoluzione; la dote; il divorzio e l’eventuale diritto al mantenimento; la successione/eredità; le pratiche per l’adozione; la custodia dei figli e la loro illegittimità.
Alla conferenza erano presenti esponenti di primo piano dei gruppi minoritari. Tra di essi, Cecil S. Chaudhry, direttore esecutivo della Ccjp; Arifa Shakeel, coordinatrice del programma per la Ccjp; Sarah Quershi, manager del Faiz Foundation Trust; Amarnath Randhawa e Aroon Kumar, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Hindu SudharSabha Pakistan.
Chaudhry, nel considerare la condizione dei diritti umani delle minoranze religiose – indù, sikh, cristiani e kalasha – ha detto: “Osserviamo come la mancanza di leggi abbia favorito l’aumento di stereotipi, carenza di comprensione, fondamentalismo religioso, intolleranza nei confronti di tradizioni e usanze delle comunità non islamiche”.
Il leader cattolico ha poi sottolineato che il documento in questione non solo presenta dei principi base, ma propone anche delle modifiche alle leggi vigenti. “Il Christian Marriage Act del 1872 – ha affermato –, l’Anand Marriage Act del 1909 [per i sikh, ndr] e l’Hindu Marriage Bill del 2014 necessitano di emendamenti, mentre lo Stato deve prendere in seria considerazione la formulazione di leggi per la comunità kalasha. Tutte le leggi che ho citato non sono mai state modificate dalla loro approvazione. Per questo motivo non sono applicabili ai bisogni dei tempi moderni”.
Chaudhry ha aggiunto che “la Commissione ritiene che questa ricerca possa essere utilizzata dallo Stato per scrivere una bozza di legge per le minoranze”.
Infine i partecipanti hanno espresso apprezzamento per la recente approvazione del Federal Hindu Marriage Act 2015 [che consente la registrazione dei matrimoni, ndr] e per i vari pronunciamenti della Corte suprema nella protezione e promozione delle minoranze. Hanno domandato però che le legislazioni in tal senso siano adottate sia a livello federale che provinciale.