Mindanao: indipendentisti musulmani collaborano per mettere fine alla violenza
Il Moro Islamic Liberation Front si è offerto di aiutare la polizia della provincia di Cotabato a ridurre gli attacchi che si sono verificati di recente. Secondo i rappresentanti del gruppo si tratta di faide tra clan su cui il Milf potrebbe avere una certa influenza. Il 18 febbraio la polizia nazionale ha imposto un divieto contro le armi da fuoco.
Manila (AsiaNews) - Il Moro Islamic Liberation Front (Milf), un ex gruppo indipendentista islamico, si è offerto di collaborare con la polizia della provincia di Cotabato per ridurre la violenza nella municipalità di Pikit, dove di recente si sono verificati una serie di sparatorie con armi da fuoco.
Da inizio mese le autorità locali hanno registrato un’ondata di attacchi che ha lasciato i residenti sgomenti e sotto shock, al punto che alcuni hanno preso in considerazione la possibilità di lasciare la città. Il giorno di San Valentino è morto in una sparatoria un ragazzino di 13 anni mentre altri due studenti sono rimasti feriti; il giorno prima era stata uccisa una guardia di sicurezza, mentre il 16 febbraio alcuni uomini armati hanno ucciso una giovane di 15 anni e ferito un agricoltore di 42. Il 18 febbraio, anche il governatore di Lanao del Sur, Mamintal Adiong, è stato ferito in un’imboscata in cui sono morti quattro dei suoi accompagnatori. Subito il governo locale di Bangsamoro ha assicurato la collaborazione del Milf alle indagini.
Lo stesso giorno, per ordine del direttore generale della polizia filippina, è entrato in vigore un divieto contro le armi da fuoco nell province di Lanao del Sur, Maguindanao del Norte, Maguindanao del Sur e in 63 villaggi della provincia di Cotabato, aree geografiche speciali sotto la giurisdizione della regione autonoma di Bangsamoro, sull’isola di Mindanao.
L’Ad Hoc Joint Action Group (Ahjag), un organo di coordinamento che fa da ponte tra le forze armate nazionali delle Filippine e i gruppi per l’indipendenza dell’etnia Moro (tra cui, oltre al Milf, anche il suo braccio armato, le Bangsamoro Islamic Armed Forces o Biaf), ha accolto con favore il divieto.
Il rappresentante del Milf presso l’Ahjag, Anwar Alamada, ha affermato che è necessario un approccio collettivo che coinvolga tutte le parti interessate per fermare la violenza, iniziata come un “rido”, una faida tra clan: “Il Milf si impegna a prendere parte a questa azione collettiva. Proviamo compassione per i civili innocenti che sono stati trascinati in questa confusione", ha detto Alamada, secondo cui tra le fazioni in lotta ci sono diversi membri del Milf su cui l’organizzazione può esercitare una certa influenza.
La regione, a maggioranza musulmana - ufficialmente chiamata “regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano” - nasce nel 2019 a seguito di diversi anni di colloqui di pace tra il governo filippino e gruppi indipendentisti musulmani come il Milf e il suo braccio armato, il Biaf: dalla fine degli anni ‘60 del secolo scorso miliziani musulmani hanno lottato per la creazione di uno Stato islamico sull’isola di Mindanao mettendo in atto attentati terroristici anche grazie al sostegno di alcuni Stati stranieri come la Libia di Gheddafi.
Dopo decenni di combattimenti contro l’esercito filippino, nel 2011 il Milf ha convertito la propria richiesta in una maggiore autonomia regionale dal governo centrale, sancita nel 2018 dalla Bangsamoro Organic Law e in cambio della quale il gruppo aveva promesso di disarmare 30mila dei propri ribelli.