Mindanao: arrestata la dottoressa delle comunità indigene
Maria Natividad Castro è accusata di sequestro di persona, detenzione illegale e di far parte del partito comunista. Non le è stato concesso di contattare i legali o i familiari. Medici e accademici denunciano l'utilizzo arbitrario della legge anti-terrorismo.
Davao (AsiaNews) - Sequestro di persona e detenzione illegale. Questi i due capi d’imputazione con cui il 18 febbraio è stata prelevata da casa sua a San Juan, sull’isola di Mindanao, la dottoressa Maria Natividad “Naty” Castro, nota per il suo impegno medico e umanitario tra le comunità indigene. Solo nelle ultime ore la polizia ha indicato che si trova agli arresti nel commissariato della città di Bayugan, provincia di Agusan del Sur.
Tra le accuse anche quella di essere membro del Partito comunista delle Filippine e a capo a livello nazionale dei servizi sanitari del Nuovo esercito del popolo, braccio armato del partito.
Un provvedimento che il sindacato dei lavoratori dell’Università delle Filippine, dove nel 1995 Castro si è laureata con lode, ha definito “arbitrario” e che “evidenzia i rischi della legge anti-terrorismo applicata sotto la presidenza Duterte, la quale può essere utilizzata come un’arma contro chiunque, inclusi i lavoratori del settore sanitario”. La normativa è stata approvata nel 2020 e modificata nel dicembre 2021 per iniziativa della Corte suprema.
A chiedere la scarcerazione della dottoressa 53enne non sono solo medici o accademici che nel tempo hanno visto diversi colleghi finire sotto il fuoco di sicari o vittime di sequestro, ma anche diversi movimenti della società civile, tra cui Karapatan, che riconoscono il lavoro svolto da Castro tra le comunità meno favorite di Mindanao.
La grande isola meridionale è da decenni preda di sanguinose tensioni e presenta una realtà variegata quanto a etnie, religioni e problemi, a partire da quelli ambientali e dello sviluppo, con una molteplicità di interessi che si contendono le risorse e il controllo del territorio. Per questo molti attivisti, giornalisti e intellettuali finiscono spesso per diventare vittime della repressione governativa o bersaglio di una delle parti in conflitto.
Come sottolinea il Free Legal Assistance Group che ha deciso di assumersi la difesa legale di Castro, “La dottoressa Naty si riserva il diritto di agire legalmente contro i funzionari di polizia che hanno violato impunemente i suoi diritti e non hanno rispettato le procedure abituali quando l’hanno prelevata da casa, negandole l’accesso ai legali e ai familiari”.
26/11/2016 11:05