Mindanao, parte il piano di pace: il Milf consegna (alcune) armi e libera i guerriglieri
Manila (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina il gruppo ribelle filippino Moro Islamic Liberation Front (Milf) ha consegnato il primo lotto di armi, nel contesto del piano di pace concordato col governo per mettere fine a decenni di violenze confessionali nel sud del Paese. La cerimonia - cui era presente anche il presidente Benigno Aquino - si è svolta a Maguindanao, nel Mindanao musulmano ed è considerata carica di significato simbolico e una risposta concreta a settimane di stallo nei negoziati. Questi si erano fermati a inizio anno, in seguito al massacro di decine di poliziotti nel corso di un’operazione anti-terrorismo nella regione.
Il Bangsamoro è una regione storica delle Filippine composta da una popolazione prevalentemente musulmana, sconvolta da decenni di guerra civile fra il governo centrale e i guerriglieri del Moro (gruppo etnico di fede islamica e primo ispiratore della guerriglia per l'indipendenza) e del Milf (Moro Islamic Liberation Front): questi hanno chiesto nel tempo prima l'indipendenza e poi una sostanziale autonomia dall'esecutivo centrale.
L'accordo di pace del 2012 ha previsto la costituzione di una regione autonoma delle Filippine. Sottoscritto da Milf e Manila, esso dovrebbe mettere fine alle violenze, ma gruppi estremisti antagonisti - come il Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff), il Moro National Liberation Front (Mnlf) e Abu Sayyaf - hanno tentato a più riprese di ostacolarlo.
Il presidente Aquino e il leader del Milf Al Haj Murad Ebrahim, a capo di un movimento che conta almeno 11mila membri, hanno presenziato alla consegna di almeno 75 armi d’assalto, fra cui mortai e lanciarazzi. Il passaggio è avvenuto nei pressi di una roccaforte dei guerriglieri, nel sud del Paese. Nel contesto vi è stata anche l’individuazione di un primo gruppo di 145 guerriglieri, che hanno accettato di deporre le armi e tornare alla vita normale dietro la promessa di un sostegno governativo.
Commentando la cerimonia odierna, il leader dei ribelli Murad ha sottolineano che “è una cosa molto personale per noi”. Guardando ai volti delle 145 persone che lasciano le armi, egli dice di vedere “145 storie di lotta, di dolore, di mancanza di speranza, di morte”, ma al contempo “145 storie di speranza e di fede”. Per questo afferma una volta di più che “la pace è vicina” e che “tutti i sacrifici compiuti sinora sono stati degni di nota”.
Anche il presidente filippino Aquino ha difeso la cerimonia di consegna del primo lotto di armi, puntando il dito contro alcuni parlamentari che vogliono bloccare l’approvazione della legge che porterà alla nascita di una regione autonoma. “Queste armi possono provocare - ha aggiunto - o possono aver provocato enormi sofferenze”. Ed è il segnale, ha concluso, che il movimento ribelle è pronto a “voltare le spalle alla lotta armata”.
In questi anni di lotta armata dei ribelli musulmani nella regione del sud- dove vivono almeno 5 milioni di filippini - sono morti oltre 120mila fra miliziani e civili; le Filippine sono l’unico Paese dell’Asia a maggioranza cattolica, anche se vi sono aree - come Mindanao - in cui è forte la presenza musulmana.