Migliaia in processione per il ritorno della chiesa di S. Isacco al Patriarcato di Mosca
L’edificio era stato sequestrato nel 1917 e usato come museo. Portavoce del Patriarca Kirill: La chiesa “dovrebbe essere anzitutto un luogo di preghiera”. Gli oppositori: Dando la gestione alla Chiesa si rischia un “selvaggio provincialismo”. Putin sarebbe fra gli oppositori. Kirill: Un segno di riconciliazione.
S Pietroburgo (AsiaNews)- Almeno 10mila persone hanno marciato due giorni fa in processione con croci e stendardi per difendere il trasferimento della chiesa di S. Isacco al Patriarcato di Mosca. La processione fa seguito a intensi dibattiti e manifestazioni contrarie, desiderose di mantenere la chiesa come museo sotto la cura dello Stato.
Il p. Alexander Volkov, dell’Ufficio stampa del patriarcato ha fatto notare che la presenza di così tante persone alla processione significa che “moltissimi non sono indifferenti al destino della cattedrale di S. Isacco, che dovrebbe essere anzitutto un luogo di preghiera, come ogni altro edificio cristiano”.
Lo scorso gennaio il governo di S. Pietroburgo ha annunciato la decisione di trasferire la gestione della cattedrale di S. Isacco alla Chiesa ortodossa russa per 49 anni, pur facendo rimanere all’interno il museo lì contenuto.
La decisione ha scatenato una forte opposizione. Su internet una petizione contro il trasferimento ha raccolto in poco tempo oltre 200mila firme. In più vi sono state diverse manifestazioni contrarie con qualche migliaio di aderenti. Gli oppositori temono che la gestione nelle mani della Chiesa porti a uno scadimento del museo e accusano la Chiesa ortodossa di voler ferire la vivacità culturale della città con “selvaggio provincialismo”.
S. Isacco, costruita nel 18mo secolo, ha una spettacolare architettura con statue e dipinti di artisti da tutta l’Europa del tempo e una cupola d’oro divenuta quasi il simbolo della città, antica capitale imperiale. Nel 1917, con la presa di potere dei bolscevichi, la chiesa è stata trasformata in un museo. Anche dopo la caduta del comunismo, essa è rimasta tale, sebbene la Chiesa ortodossa avesse diritto a due celebrazioni quotidiane all’interno.
Ma una legge del 2010 impone il ritorno delle proprietà religiose sotto il controllo della Chiesa. Per questo il Patriarcato ortodosso ha chiesto la ripresa della cattedrale di S. Isacco, dopo aver già ottenuto la gestione della cattedrale di Smolny, sulla Neva, e un anno fa quella della Chiesa di S. Sansone.
Secondo voci non confermate, il presidente Vladimir Putin non sarebbe d’accordo sul trasferimento. Giorni fa, il patriarca Kirill ha inviato un messaggio ai fedeli, sottolineando che la chiesa di S. Isacco deve diventare “un simbolo di riconciliazione per il nostro popolo”, proprio nell’anno in cui si celebra il centenario della rivoluzione russa.
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