Mezzo milione di sfollati, il Bihar sommerso dalle acque e dall’incapacità del governo
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Mezzo milione di persone lottano contro la furia delle acque per sfuggire alla morte, mentre i soccorsi messi in campo dal governo indiano si rivelano “inefficaci” per “disorganizzazione e mancanza di coordinamento”.
Si fa sempre più drammatica la situazione nel Bihar, stato nel nord-est dell’India al confine con il Nepal, per le alluvioni che stanno mettendo in ginocchio la regione. Secondo le ultime stime il numero totale degli sfollati ammonterebbe a 1,2 milioni, rimasti senza casa né cibo, mentre piovono critiche sul governo centrale incapace di intervenire con decisione nelle ore successive alla catastrofe.
Testimoni riferiscono che nella zona regna il “caos assoluto”: le persone prendono d’assalto i mezzi di soccorso, gli aiuti umanitari rimangono depositati sui camion perché manca un centro di coordinamento per la loro distribuzione, interi villaggi dello stato sono ancora oggi sommersi dalle acque.
Le prime stime parlano di 75 morti, ma la cifra pare destinata ad aumentare quando le acque cominceranno a defluire e si potrà avere una idea più precisa della reale portata delle devastazioni. I soccorritori temono che interi centri abitati siano stati spazzati via dalla forza della corrente e solo nei prossimi giorni sarà possibile una conta precisa delle vittime.
Per far fronte all’emergenza il governo indiano ha spedito sul posto oltre 3.300 militari, che si aggiungono ai 21 team di medici già operanti nella zona, ai 14 centri di distribuzione di acqua potabile, alle 500 tendopoli capaci di accogliere ciascuna 20 perone. Ma resta il problema della mancanza di coordinamento, che rende inefficaci gli sforzi messi in campo dai soccorritori.
Prima di colpire l’India, le alluvioni hanno flagellato il vicino Nepal: secondo le prime stime vi sono oltre 50mila senzatetto, ma il vero problema è rappresentato dall’emergenza sanitaria. Si temono infatti epidemie di diarrea e polmoniti.
Ora l’allarme si sposta verso il Bangladesh, che nelle prossime 48 ore potrebbe replicare i disastri registrati in Nepal e India. Si teme per la sorte di decine di migliaia di persone che potrebbero venire sommerse dall’esondazione dei tre principali fiumi del Paese: il Gange, il Brahmaputra e il Meghna.