11/09/2007, 00.00
CINA
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Mese dopo mese, a Pechino l'inflazione continua a battere i record

Ad agosto i prezzi al consumo aumentano del 6,5%, massima crescita dal 1996. Ma si teme che il dato reale sia ben maggiore. Colpiti soprattutto i generi alimentari, essenziali per i meno abbienti. Ora si teme un aumento dei salari, con ulteriore spinta inflattiva. Per prevenire proteste, il governo fissa alcuni prezzi “politici”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 6,5% in agosto, dopo che già a luglio aveva raggiunto il +5,6%: è il più alto aumento dal dicembre 1996. Ma più ancora del dato statistico preoccupa il continuo aumento di generi di prima necessità come gli alimentari: i dati dell’Ufficio nazionale di statistica dicono che il prezzo degli alimenti è salito del 18,2% in un anno e quello della carne del 49%. L’olio è cresciuto del 34,6%, le uova del 23,6% e le verdure del 22,5%. Ma nei mercati si registrano aumenti ben maggiori. Nella meridionale città agricola di Tanzhou i venditori di generi alimentari hanno esposto la scritta “inflazione più alta”, per spiegare gli aumenti dei prezzi. Peraltro il costo del cibo incide solo per circa un terzo sull'indice dei prezzi e la carne per appena il 7%, anche se sono i generi più importanti per la maggior parte della popolazione.

E’ alto il timore che la corsa inflattiva prosegua, dato che finora il governo non è riuscito a contenerla. Nel corso dell’anno, le banche hanno aumentato quattro volte il tasso di interesse sui finanziamenti e sui depositi bancari, l’ultima proprio ad agosto, ma gli esperti ritengono che l’aumento debba essere assai superiore per avere effetti reali. Per sette volte è stato anche ordinato alle banche di aumentare la propria riserva monetaria, così da togliere denaro contante dal mercato.

Fra l’altro la crescita dei prezzi non potrà che aumentare la pressione per un adeguamento dei salari, specie quelli più bassi. I generi non alimentari sono aumentati di appena lo 0,9% in un anno, cosa che secondo molti analisti indica un intervento del governo per tenere bassi i prezzi dei prodotti esportati, a vantaggio del commercio, ma a detrimento dei salari.

Altro settore colpito è quello immobiliare: i dati ufficiali indicano una crescita del 7,5% per  il prezzo delle case nelle 70 naggiori città, ma anche qui il mercato mostra aumenti superiori.

La crescita dei prezzi può anche innescare proteste di piazza, anche perché gli esperti prevedono che l’inflazione continui a correre almeno nei prossimi due mesi, pure considerato che siccità, inondazioni e altri disastri naturali hanno molto colpito le coltivazioni. Anche per questo, oggi Pechino ha ordinato a scuole e università di non aumentare i prezzi delle mense per studenti pur mantenendo inalterate qualità e quantità dei cibi e il ministero delle Finanze ha previsto sussidi per rimborsare le scuole. Nel novembre 2006 centinaia di studenti nel Guangdong hanno protestato in piazza, devastando la mensa universitaria, contro un aumento del prezzo dei pasti. La Commissione per lo sviluppo nazionale e la riforma ha addirittura chiesto ai governi locali di fissare il prezzo della “torta di luna”, dolce tradizionale dell’imminente Festa della Luna, che quest’anno cade il 25 settembre; previste severe sanzioni contro chi violi i prezzi imposti.

La situazione è ancora più incerta perché molti risparmiatori negli ultimi anni hanno prelevato i depositi bancari, che danno interessi non adeguati (il 3,6% annuo), per investire in immobili e nel mercato azionario. Quest’ultimo nel 2007 ha visto raddoppiare il proprio valore ma molti lo ritengono costituire una bolla speculativa che potrebbe esplodere bruciando ingenti capitali. (PB)

 

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