Mers, Jakarta rafforza i controlli fra pellegrini e migranti per prevenire epidemie
Jakarta (AsiaNews) - Il ministero indonesiano della Sanità ha rafforzato le misure di controllo nei principali aeroporti internazionali del Paese per prevenire epidemie di Mers, la Sindrome respiratoria mediorientale provocata dal Coronavirus, una patologia molto simile alla Sars. La titolare del dicastero, Nafsiah Mboy, smentisce le voci filtrate nelle ultime ore di decessi nel Paese legati alla patologia, anche se l'allerta resta alta. Nei giorni scorsi si sono registrate due morti sospette, una a Medan e la seconda a Bali; altri tre casi sono sotto stretta osservazione nella provincia di Riau, a Sumatra, anche se ad oggi mancano conferme ufficiali.
La vittima di Medan potrebbe essere la "prima" per Mers in Indonesia, ma non sarà possibile procedere a riscontri concreti perché la famiglia ha negato il permesso per l'autopsia e il paziente è morto prima che venissero effettuate analisi approfondite. Egli era di rientro dall'Arabia Saudita, dove ha compiuto l'hajj - il pellegrinaggio minore - e presentava sintomi riconducibili al coronavirus.
Jakarta ha innalzato i livelli di allerta, in particolare sui concittadini di rientro dai Paesi del Medio oriente. Si tratta di lavoratori migranti o di fedeli che si sono recati nei luoghi sacri dell'islam, peraltro epicentro dello sviluppo della malattia.
Fra le misure adottate, il rilevamento della temperature tramite scanner nei 13 aeroporti internazionali più importanti dell'arcipelago e l'obbligo di compilare un certificato di allerta sanitaria. La ministro della Sanità conferma che, in caso di elementi sospetti, verranno sottoposti a check-up completi per verificare lo stato di salute.
Dal gennaio scorso si sono registrati almeno 47 casi sospetti di Mers in 13 province del Paese, dei quali 33 non possono essere "verificati" e altri 11 oggetto di analisi per ulteriori verifiche. L'Indonesia è la nazione musulmana più popolosa al mondo e registra il maggior numero di pellegrini che, ogni anno, si recano nei luoghi sacri dell'islam. Con l'approssimarsi del Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera, sono almeno 150mila gli indonesiani che si recano in Arabia Saudita. In totale ogni anno sono 700mila, che si affianca agli 1,2 milioni di emigrati che lavorano in Medio oriente, 858mila dei quali nel regno saudita. Ieri le autorità di Riyadh hanno riferito che cinque pazienti affetti dal coronavirus Mers sono morti, portando a 126 il numero dei decessi dal settembre 2012. Il numero totale di infezioni per il coronavirus ha raggiunto ormai quota 463.
21/01/2020 09:22