Medjugorje: "nulla osta" ai suoi messaggi e ai frutti spirituali
La nota del dicastero per la Dottrina della fede a conclusione della lunga indagine sulle presunte apparizioni iniziate nel 1981 nella località della Bosnia Erzegovina. Nessun pronunciamento sulla natura sovrannaturale, ma il Vaticano riconosce il bene prodotto nella vita di tante persone. Card. Fernandez: "Accogliamo questi messaggi non come rivelazioni private, ma cometesti edificanti che ci dicono: non cercate cose straordinarie, ma tornate al Vangelo".
Città del Vaticano (AsiaNews) - La Chiesa riconosce i frutti “abbondanti e diffusi” cresciuti intorno alla devozione alla Madonna venerata come Regina della pace a Medjugorje, la località della Bosnia Erzegovina dal 1981 sede di presunte apparizioni mariane e da allora meta di copiosi pellegrinaggi. Afferma ufficialmente che “nulla osta” a questa esperienza spirituale e invita “ad apprezzare e condividere il suo valore pastorale”. Questo però “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli”.
È quanto afferma l’attesa nota del dicastero per la Dottrina della fede “La Regina della pace” dedicata all’”esperienza spirituale legata a Medjugorje”, presentata oggi in una lunga conferenza stampa in Vaticano dal prefetto il card. Victor Manuel Fernandez e dal segretario mons. Armando Matteo. “È arrivato il momento di concludere – si legge fin dalle prime parole del documento - una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e analisti”.
In linea con l’orientamento stabilito dalle nuove “Norme del Dicastero per la Dottrina della fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali” - promulgate nel maggio scorso - il documento su Medjugorje - approvato da papa Francesco il 28 agosto scorso - non si pronuncia sul carattere soprannaturale delle apparizioni. “Ho chiesto espressamente al papa se occorreva farlo e la sua risposta è stata che è sufficiente il nulla osta”, ha detto Fernandez.
Per questo la nota si concentra sulla vita spirituale fiorita intorno alla devozione alla Regina della pace e sui messaggi diffusi in questi anni, concludendo che “si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. Chiarendo, però, anche “alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi”. E sottolineando che il “nulla osta” non implica “un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti”. Perché - ha commentato il card. Fernandez - l’indagine su Medjugorje non è “un processo sulle loro virtù eroiche”, come invece alcune obiezioni sollevate nel lungo esame delle presunte apparizioni sembrava far pensare.
Tra i frutti spirituali nati da quest’esperienza il documento cita “la promozione di una sana pratica di vita di fede” in accordo con la tradizione della Chiesa; le “abbondanti conversioni” di persone che hanno scoperto o riscoperto la fede; il ritorno alla confessione e alla comunione sacramentale, le numerose vocazioni, le “molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare”.
Sui messaggi attributi alla Madonna - che sono stati esaminati dal dicastero della Dottrina della fede - il card. Fernandez ha commentato che “la maggior parte ha un bel contenuto che può stimolare i fedeli alla conversione, a crescere nell’incontro con Cristo, ad essere costruttori di pace nel mondo. Cioè, ripropongono con altre parole più vicine al linguaggio semplice dei nostri popoli, gli incoraggiamenti e le esortazioni che provengono dal Vangelo”. Alcuni messaggi – ha aggiunto – “possono contenere frasi non precise da un punto di vista accademico, frasi non proprio da san Tommaso d’Aquino. D’altra parte quando si riconosce l’azione dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, non significa che tutto quello che appartiene a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione, imperfezione o possibile confusione”.
“Noi adesso accogliamo questi messaggi non come rivelazioni private, perché non abbiamo una certezza che siano messaggi della Madonna – ha commentato il card. Fernandez - ma solo come testi edificanti che possono stimolare una vera e bella esperienza spirituale”. Sono messaggi “vanno accolti e valutati nel loro insieme”, a partire dal loro centro: l’invito al perdono come via alla pace, il richiamo alla conversione, a non sottovalutare la gravità del male e del peccato. È la Madonna stessa - secondo quanto riferiscono i presunti veggenti - a raccomandare: “Non andate in cerca di cose straordinarie, ma piuttosto prendete il Vangelo, leggetelo e tutto vi sarà chiaro”.
Proprio in questa direzione vanno anche i “chiarimenti” che il dicastero per la Dottrina della fede ritiene necessari: sono inviti a relativizzare quei passaggi in cui la Vergine sembra dare “ordini circa date, posti, aspetti pratici, prende decisioni su questioni ordinarie che si dovrebbero discernere in comunità”. “Alcuni messaggi si spiegano solo a partire dai desideri personali dei presunti veggenti - ha commentato il card. Fernandez -. Ma è ragionevole che i fedeli, facendo uso della prudenza e del buon senso, non prendano sul serio o non diano retta a questi dettagli”.
Quanto alla figura del visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje – compito dal dicembre 2021 svolto da mons. Aldo Cavalli su incarico di papa Francesco – la nota precisa che “continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate. Egli stesso opererà il discernimento di eventuali messaggi futuri - o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati - e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti sopra offerti. Ugualmente, prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi”.
Ai vescovi di tutte le diocesi dove è presente la devozione alla Regine della pace venerata a Medjugorje, il documento vaticano rivolge l’invito ad “apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale. Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio, resta comunque ferma la potestà di ogni vescovo diocesano di decidere al riguardo”. L’indicazione a chi si reca a Medjugorje è infine quella di aver chiaro che “i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della pace”.
11/02/2017 12:28
13/05/2019 14:57
22/06/2023 13:58