May Chidiac è tornata a Beirut
Beirut (AsiaNews) E' tornata in Libano May Chidiac, dopo sette mesi trascorsi in Francia per curare le ferite dell'attentato del quale era stata vittima, il 25 settembre scorso. Scesa sorridente dall'aereo, la giornalista libanese della LBCI (la rete televisiva fondata dalle Forze libanesi nel 1983) è stata accolta ieri pomeriggio all'aeroporto internazionale di Beirut dal ministro dell'informazione Ghazi Aridi, a nome del primo ministro Fouad Siniora, dai ministri Nayla Moawad, Joe Sarkis, Marwan Hamadé et Ahmad Fatfat, dal rappresentante del presidente Lahhoud, il portavoce della presidenza, Rafic Chelala, dal rappresentante del presidente della Camera dei deputati Michel Moussa, e da numerosi parlamentari, giornalisti, religiosi ed amici.
Il direttore generale della LBCI, Pierre Daher, nel dare il benvenuto a May Chidiac, ha promesso "di proseguire la missione della LBCI, che è la difesa della libertà malgrado tutto", indicando nel tentativo di uccidere la Chidiac "la volontà di calpestare l'area democratica che regna ancora in Libano, grazie ai sacrifici di uomini e donne forti come la Chidiac", ringraziando Dio e la Madonna del Libano per la sua protezione.
Emozionata, May Chidiac, ringraziando, ha manifestato la sua ferma volontà di continuare la sua missione, dando appuntamento ai telespettatori "molto presto". La giornalista ha parlato della sua dura prova, ringraziando Dio, senza il quale non avrebbe potuto resistere. "Sarò ha detto la voce dei martiri, io che ero un progetto di martirio; la voce dei disperati, perché la speranza esiste, come prova la mia presenza tra voi".
Direttamente dall'aeroporto, la Chediac ha voluto compiere la sua prima visita in terra libanese al monastero del Santo libanese maronita, Charbel Makhlouf, a Jbeil. Accolta da numerose persone, tra le quali il capo delle Foze libanesi, Samir Geagea, la giornalista ha partecipato ad una messa di ringraziamento celebrata per l'occasione dal superiore del monastero, padre Tannous Nehme.
May Chidiac, 56 anni, nell'esplosione di un auto bomba, a Jounieh,vicino alla sede del patriarcato maronita, ha perso un piede una mano. Quella domenica di settembre, la giornalista aveva intervistato nel suo programma "Buona Giornata" il giornalista anti-siriano Sarkis Naoum, che aveva lanciato dure critiche contro la politica siriana nella regione. L'esplosione la colpì dopo una visita al monastero di San Charbel. Dopo due mesi di cure intensive nell'ospedale dell'università di S.Joseph (Hotel Dieu), è stata trasferita in Francia per proseguire la cura delle ferite e compiere il reimpianto del piede e della mano. (YH)