Massacro di civili, il vescovo di Jaffna chiede l'ampliamento della zona di sicurezza
Colombo (AsiaNews) – Massacri di centinaia di civili nello Sri Lanka, mentre proseguono violenti gli scontri tra esercito e ribelli delle Tigri Tamil Eelam (Ltte) che continuano a cedere terreno. Mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, ha lanciato un accorato appello al presidente perché sia ampliata la “zona di sicurezza”e protetti i civili.
Due giorni fa l’esercito è entrato nel porto di Mullaittivu, ultima grande città controllata dal Ltte, e gli scontri continuano violenti. Il governo parla di almeno 170 civili morti e oltre 720 ricoverati in ospedale, ma oggi fonti locali dicono che ci sono almeno 300 morti, con “corpi abbandonati e feriti incapaci di muoversi che giacciono ovunque”. Per questi morti, le 2 parti in guerra si scambiano accuse. Nella zona di battaglia ci sono almeno 250mila civili, stretti tra i 2 eserciti e la giungla. Ma molti morti ci sono anche nella zona di sicurezza.
Di fronte al massacro, mons. Savundaranayagam ha lanciato oggi un appello ai 2 eserciti, ammonendoli “a rispettare con attenzione la zona di sicurezza”, se vogliono evitare “sempre più morti”.
Peraltro già 2 giorni fa il prelato, in una lettera al presidente, ha appunto ammonito che non è sufficiente la “zona di sicurezza” dichiarata in una parte occidentale di Mulaithiyu, perché “è una zona piccola e non abitabile dal grande numero di gente che la sta raggiungendo”. “Sacerdoti e suore che sono con gli sfollati – prosegue – mi hanno informato che la gente cerca riparo nelle chiese nella zona orientale di Mullaittivu”, al di fuori della zona di sicurezza. Occorre allargarla “al più presto – conclude – per salvare quante più vite possibile”.