Mar Cinese orientale: Tokyo pubblica le foto di piattaforme cinesi nelle acque contese
Tokyo (AsiaNews) – Il Giappone ha pubblicato ieri 14 foto sul sito del Ministero degli esteri che ritraggono le piattaforme d’alto mare cinesi, per protestare contro il “deplorevole sviluppo unilaterale di Pechino” alla ricerca di fonti di gas naturale nel Mar cinese orientale.
Le foto mostrano 14 piattaforme e 2 fondamenta. La maggior parte delle strutture è equipaggiata di eliporto, mentre alcune emettono fiamme causate (forse) dalla combustione di gas.
Le piattaforme sono state costruite nonostante un accordo del giugno del 2008 nel quale i due Paesi – all’aumento delle frizioni su chi avesse il diritto di sfruttare le risorse naturali dell’area contesa – si erano impegnati a sviluppare insieme il tratto di mare.
Alcuni ufficiale giapponesi hanno timore che la Cina possa usare alcune piattaforme per scopi militari, come per monitorare le attività dell’esercito giapponese e statunitense nel Mar cinese orientale.
La Cina è coinvolta in una disputa col Giappone riguardo le isole Senkaku (al momento sotto il controllo di Tokyo), che Pechino rivendica e chiama Diaoyu. La marina e l’aviazione cinesi controllano a scadenze regolari le forze giapponesi nell’area.
Il Segretario del governo Yoshihide Suga ha dichiarato che “il Giappone ha più volte protestato contro lo sviluppo unilaterale cinese. In ogni caso – ha proseguito il politico – la Cina non è stata disponibile a riprendere i dialoghi per migliorare l’accordo del 2008, anche se le sue attività stano continuando”.
L’accordo tra i due Paesi riguarda un’area marittima dove le regioni reclamate da entrambi gli Stati come “Zona economica esclusiva” (Eez) si sovrappongono.
Sul sito del Ministero degli esteri, il governo giapponese ha dichiarato: “La Eez e la piattaforma continentale nel Mar cinese orientale non è stata ancora delimitata, e il Giappone è dell’idea che la demarcazione marittima dovrebbe essere condotta sulla base della linea di equidistanza geografica tra il Giappone e la Cina”.
Il portavoce del Ministro degli esteri cinese, Lu Kang, ha annunciato: “Le esplorazione di petrolio e gas condotte dalla Cina in acque non contese del Mar cinese orientale e sotto la giurisdizione di Pechino, sono giustificate, ragionevoli e legittime”.