Mar Cinese meridionale, Marina Usa: ‘Sette nuove basi costruite da Pechino’
Le strutture includono hangar, caserme, radar, postazioni armate e piste di atterraggio lunghe 3 km. Per contrastare le mire espansionistiche della Cina, gli Usa contano sugli storici alleati della regione.
Washington (AsiaNews/Agenzie) – Pechino ha costruito in maniera unilaterale sette nuove basi militari nel Mar Cinese meridionale. È quanto afferma oggi l’ammiraglio Harry Harris (foto), a capo del Comando degli Stati Uniti per il Pacifico, manifestando preoccupazione per la crescente potenza militare della Cina nella regione: “Pechino tenta di affermare una sovranità de facto sulle aree marittime contese, militarizzando ulteriormente le sue basi artificiali". In un’udienza del Comitato per i servizi armati del Congresso Usa, Harris riferisce che le nuove strutture includono “hangar per aeromobili, caserme, strumentazioni radar, postazioni armate e piste di atterraggio lunghe 3km”.
Sfruttando alcune ambiguità del diritto internazionale, Pechino rivendica una fetta consistente di mare. Essa che comprende le Spratly e le Paracel, isole contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia (quasi l'85% dei territori). Per garantirsi il controllo delle importanti rotte marittime che attraversano queste acque (più di un terzo del mercato globale), il governo cinese ha avviato la costruzione di una serie di isole artificiali, con impianti militari e fari per la navigazione.
Harris definisce le rivendicazioni territoriali di Pechino “coordinate, metodiche e strategiche” e accusa il governo cinese di “usare il potere militare ed economico per erodere il libero e aperto ordine internazionale”. Per contrastare le mire espansionistiche della Cina, gli Usa contano sugli storici alleati della regione. L’ammiraglio afferma che l'alleanza con il Giappone “non è mai stata più forte” e che quella con la Corea del Sud è "corazzata". Harris, destinato a diventare il prossimo ambasciatore degli Stati Uniti in Australia, elogia anche l'alleanza Washington-Canberra, dichiarando che l'Australia è “una delle chiavi per un ordine internazionale basato sulle regole”.