Manipur, continuano le violenze: 13 morti in un villaggio
A Leithao, nel distretto di Tengnoupal, un gruppo di persone è stato ucciso da uomini armati non identificati. Gli abitanti si sono poi trasferiti nei villaggi vicini, mentre il capo della comunità ha chiesto l'intervento delle forze di sicurezza. Il leader locale del Congress, il partito all'opposizione, ha accusato il governo di mancato intervento.
Imphal (AsiaNews) - Il Comitato del partito del Congress in Manipur (MPCC) ha condannato il governo centrale dell’India e dello Stato nord-orientale per il mancato intervento dopo che a inizio settimana 13 persone, perlopiù adolescenti, sono state uccise da gruppi armati non identificati.
A inizio maggio in Manipur sono scoppiati violenti scontri interetnici tra gruppi tribali per l’inserimento delle varie comunità indigene all’interno dei programmi di quote di governo riservate alle popolazioni svantaggiate. Da allora sono stati schierati l’esercito e le forze dell’ordine per sedare il conflitto, ma la situazione rimane tesa, secondo la popolazione locale.
Il 4 dicembre nel villaggio di Leithao, che si trova nel distretto di Tengnoupal, si è registrato il più alto numero di morti in un solo giorno degli ultimi sei mesi.
Il leader dell’MPCC, Keisham Meghachandra, ha condannato l’uccisione e incolpato il governo per il mancato intervento: “Il fallimento del governo nell'affrontare la situazione è preoccupante”, ha detto, aggiungendo che “l’MPCC è deluso dal silenzio del primo ministro Narendra Modi e del ministro dell'Interno Amit Shah sulla questione”. Il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito ultranazionalista del premier Modi governa infatti non solo a livello nazionale ma anche a livello locale nel Manipur in coalizione con altri partiti.
“La gente vuole sapere per quanto tempo tali violenze e uccisioni continueranno”, ha proseguito Keisham. “Il primo ministro condivide sempre la sua preoccupazione ogni volta che succede qualcosa che comporta la perdita di vite umane. Ma non ha condiviso nulla sul Manipur nonostante centinaia di persone siano state uccise, più di 60mila sfollate e centinaia siano rimaste senza casa”. Il leader locale del Congress ha anche fatto appello a tre parlamentari provenienti dal Manipur per affrontare la questione delle violenze in Parlamento.
The Hindu, che ha avuto accesso all’elenco dei morti, ha comunicato che tre dei ragazzi uccisi avevano solo 16 anni. I corpi, dopo essere stati recuperati, sono stati portati all'Istituto di scienze mediche Jawaharlal Nehru nel capoluogo Imphal per l'autopsia. Le famiglie in lutto hanno espresso la loro rabbia e criticato il primo ministro locale N. Biren Singh, che aveva affermato che la pace era stata ripristinata a Manipur.
Gli abitanti del villaggio di Leithao hanno abbandonato le loro case il 5 dicembre, mentre le famiglie dei giovani hanno celebrato i funerali ad Andro, nel distretto di Imphal East. A Leithao la situazione era finora rimasta relativamente pacifica rispetto ad altre zone dello Stato, ragione per cui non le forze dell’ordine (esercito e gruppi paramilitari) non erano state distaccate nel villaggio. Il posto di sicurezza più vicino si trova a circa 10 km di distanza, a Saibol.
“Dopo che le forze di sicurezza se ne sono andate lunedì sera, tutti gli abitanti del villaggio sono fuggiti” ha detto il leader della comunità locale, Jamkhogin Lupho. “Sono andati tutti dai loro parenti nei villaggi di Chehlep e Phalbung, anch’essi nel distretto di Tengnoupal. Chiediamo alle forze di sicurezza di venire a sorvegliare i nostri villaggi perché i militanti verranno di nuovo ad attaccarci”, ha aggiunto.
20/07/2023 10:54