22/07/2024, 13.10
FILIPPINE
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Manila: il presidente Marcos parla di criminalità e difesa, ma i filippini si sentono più poveri

di Stefano Vecchia

Nel suo terzo discorso sullo stato della nazione, il presidente filippino Marcos ha annunciato la fine delle concessioni ai gestori di case da gioco offshore e ha ribadito la necessità di difendere il proprio territorio anche dopo l'accordo delle scorse ore con Pechino sui rifornimenti nel Mar Cinese meridionale. Nonostante i dati sbandierati dal governo, un recente rapporto indica che tra le famiglie è in aumento la percezione della povertà.

Manila (AsiaNews) – Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha tenuto oggi il suo terzo discorso annuale sullo stato della Nazione in una capitale assediata dal tifone Carina, che in province limitrofe ha costretto alla chiusura delle aule scolastiche. Una giornata significativa anche per il fatto che in contemporanea sono stati diffusi un nuovo rapporto sulla povertà delle famiglie e i dettagli su una sorta di intesa raggiunta ieri con la Cina riguardo le rivendicazioni nel Mar Cinese meridionale.

Nel suo discorso davanti alle camere congiunte del Parlamento, Marcos ha sottolineato l’impegno del governo nel contrasto alla criminalità, dando priorità a quella informatica. Nell’ultimo biennio si è registrato un calo di oltre il 10% di alcuni crimini, a detta del presidente filippino. L’annuncio sulla fine delle concessioni a gestori di case da gioco offshore è stato poi accolto da un lungo applauso. Si tratta infatti di una questione in contrasto con la sensibilità comune e stava apportando risvolti economici negativi, oltre che aprire le porte alla criminalità transnazionale.

Inoltre è stata ribadita la necessità di modernizzare e rafforzare le forze armate a scopo difensivo, affermazioni che arrivano il giorno dopo l’intesa con Pechino sul rifornimento della nave Sierra Madre che, incagliata volontariamente su un banco di sabbia in un’area marittima rivendicata dai cinesi, serve come base per sostenere i diritti di Manila in una zona di propria competenza economica. In base a quello che il ministero degli Esteri cinese ha definito un "accordo provvisorio" (nessuno dei due Paesi ha rilasciato il testo), viene riconosciuta da entrambe le parti "la necessità di allentare la tensione nel Mar Cinese meridionale e di gestire le divergenze attraverso il dialogo e la consultazione", ha affermato il dicastero degli Affari esteri filippino, aggiungendo che "l'accordo non pregiudicherà le rispettive posizioni" marittime. Pechino ha però chiesto a Manila di ripristinare lo stato originale dell'atollo - noto come Second Thomas Shoal - rimuovendo l'equipaggio e le strutture presenti, e ha accettato che per il momento vengano effettuati solo rifornimenti di beni di prima necessità.

In contrasto con quanto affermato nel discorso sullo stato della nazione, dalle indagini indipendenti emerge nel complesso l’incapacità, da parte dell’amministrazione Marcos (in carica dal giugno 2022), di alleviare le difficoltà economiche della maggioranza della popolazione. Secondo un rapporto di Social Weather Station sono infatti circa 16 milioni i nuclei familiari che si considerano poveri, una percentuale sul totale del 58%, di cui il 43% dichiara di essere affetto da povertà alimentare, il livello più alto registrato dal settembre 2002.

I sondaggi condotti da Social Weather Station confermano che la percezione della povertà oggi supera quella immediatamente successiva alla pandemia da covid-19 e presenta anche un’accelerazione, visto che a marzo erano 12,9 milioni le famiglie che si consideravano povere.

L’indagine ha inoltre evidenziato che un ulteriore 12% delle famiglie coinvolte si considera al limite della povertà e il 30% nella fascia del benessere. A livello geografico la parte centrale dell’arcipelago, quello delle Visayas, registra il record della povertà percepita, il 67% delle famiglie, mentre Metro Manila ha il dato più basso, al 39%.

Il numero di famiglie che si ritengono “non povere”, invece, è salito di 22 punti percentuali rispetto dall’8% registrato nel 1991, il livello più basso della storia recente e che oggi tocca comunque meno di un terzo della popolazione.

I dati possono essere confrontati con quelli, riferiti allo scorso anno, diffusi dall’Autorità filippina per le statistiche che segnala 17,54 milioni di individui (su una popolazione di 119 milioni) impossibilitati a provvedere ai propri bisogni essenziali con un calo dal 18,1% della popolazione nel 2021 al 15,5% del 2023, un dato che Marcos ha evidenziato nel suo discorso sullo stato della nazione. Complessivamente, sostiene l’Autorità, la povertà più cruda tocca tre milioni di famiglie, un livello pari a quello pre-pandemico.

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