Manila: cresce l'occupazione post-pandemia
A settembre la disoccupazione era pari al 5%. Ma sono aumentate anche l'uscita dal mondo del lavoro per i più giovani con l'inizio dell'anno scolastico e la sottoccupazione. Il Dipartimento per i lavoratori migranti ha siglato un accordo con l'Arabia Saudita per la protezione dei lavoratori all'estero.
Manila (AsiaNews) – Secondo i dati appena diffusi dall’Autorità per le statistiche delle Filippine, i cittadini in età lavorativa (dai 15 anni) che a settembre risultavano senza lavoro erano il 5% della popolazione, contro il 5,3% di agosto. Allo stesso tempo è però anche cresciuta l’uscita dal mondo del lavoro a causa dell’inizio dell’anno scolastico che ha portato in aula molti giovani impiegati nel periodo estivo, con un calo complessivo di quasi 48mila lavoratori. Resta poi elevata e in ulteriore crescita la percentuale dei sottoccupati, il 15,4% della popolazione attiva, pari a 7,33 milioni di lavoratori, con un incremento dell’1,3% su agosto.
Dati positivi, nonostante il trend della sottoccupazione evidenziato già da rapporti precedenti, e che arrivano in concomitanza con l’appello delle autorità locali di evitare di fare leva sul fenomeno migratorio che ha ampie conseguenze negative sul piano sociale.
Quella della migrazione è però una risorsa necessaria alle Filippine sia per sfuggire alla povertà e alla sottooccupazione, sia perché le rimesse dei migranti ancora lo scorso anno hanno sostenuto con 31 miliardi di dollari il Pil nazionale. Una risorsa ancora più preziosa nel post-pandemia perché nonostante i dati positivi sull’occupazione il Paese continua ad essere in affanno economico.
Il 7 novembre il neonato Dipartimento per i lavoratori migranti ha annunciato la ripresa dell’accesso per lavoro dei cittadini filippini in Arabia Saudita, dopo che per un anno Manila aveva deciso di non mandare più salariati – la maggior parte sono in realtà donne - in segno di protesta contro le discriminazioni e le vessazioni perpetrate dai datori di lavoro sauditi.
A darne la notizia è stata Susan Ople, a capo del Dipartimento, che ha segnalato come gli accordi includano ora un contratto standard di impiego che prevede anche l’assicurazione a copertura di salari non corrisposti e la possibilità per i lavoratori di cambiare datore nel caso si verificassero abusi. Sono migliaia le pratiche legali in corso per salari non corrisposti, e numerose anche quelle che riguardano situazioni relative alla tratta di esseri umani o trattamenti disumani e degradanti.
Si calcolava che fossero circa 190mila i filippini impiegati in Arabia Saudita prima della pandemia, un dato che fa della monarchia del Golfo una delle principali destinazioni per la diaspora filippina, che riguarda all’incirca il 10% della popolazione. Ma resta anche una delle più problematiche, sia per gli abusi a cui i migranti sono esposti sia per la difficoltà di vivere la propria fede.
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