Manila: cibo, alloggio, dignità. Fondazione cattolica in aiuto ai senzatetto
La Arnold Janssen Kalinga Foundation opera a favore di centinaia di bisognosi nella capitale. A guidare l’opera il sacerdote p. Flavie L. Villanueva, della Società del Verbo Divino. Per molti assistiti un programma che “ha cambiato la vita”, aprendo cuore e mente e “restituendo la dignità perduta”.
Manila (AsiaNews) - Un programma di assistenza che “mi ha cambiato la vita. Mi ha aperto il cuore e la mente, mi ha restituito la dignità perduta” grazie anche “al servizio e alla generosità” verso gli altri. È una storia di riscatto, e di rinascita, quella raccontata ad AsiaNews da Kuya Allen, uno dei tanti senzatetto coinvolti in un programma di cura e assistenza promosso a Manila da p. Flavie L. Villanueva, sacerdote della Società del Verbo Divino. Allen ha aderito con entusiasmo al programma di recupero “Aprite i cuori e le menti” della Kalinga Foundation e oggi è al servizio di altre persone bisognose, cucinando e servendo cibo.
Egli spera che la sua storia di senzatetto capace di riscattarsi possa essere di esempio per altre persone nella sue condizioni. E, al tempo stesso, confessa di sentire la mancanza dei figli rimasti a Leyte, isola nell’arcipelago delle Visayas, circa 565 km a sud della capitale.
Nato nel 2015 per opera di p. Villanueva, il nome completo dell’ente è Arnold Janssen Kalinga Foundation Inc. e mutua il proprio nome dal santo tedesco (5 novembre 1837–15 gennaio 1909) che ha fondato fra gli altri la Società del Verbo Divino. Nella prima fase di attività garantiva cibo ad almeno un centinaio di senzatetto ogni giorno per le vie di Manila, saliti oggi a oltre 200 i quali possono beneficiare anche di un letto e un riparo nelle decine di centri allestiti nella capitale. La missione? Portare gioia, solidarietà e calore a quanti vivono per strada, senza casa o famiglia.
Nel nome, essa racchiude il senso del proprio lavoro: “Kalinga” è formato dalle parole “Kain-Ligo-Nang-Ayos” e significa “un pasto caldo e un bagno al giorno”, attività che ha assunto la forma attuale nel 2017 con la registrazione ufficiale presso il governo in data 8 marzo. Per molti emarginati rappresenta un simbolo di speranza, come spiega p. Villanueva il quale auspica “una società in cui nessuno è lasciato indietro e in cui tutti sono trattati con dignità”.
Seguendo le parole più volte ripetute da papa Francesco, i membri della fondazione vogliono offrire “opportunità per quanti si trovano alle periferie della società, gli affamati e gli assetati, i reietti e gli abbandonati” prosegue il sacerdote. Oltre ad un pasto e un bagno caldo, viene offerta la possibilità di completare il percorso di studi (sia esso primario o secondario), apprendere una professione, beneficiare di percorsi di sviluppo spirituali e umani.
Gli ospiti sono persone abbandonate o fuggite dalla famiglia, ex malviventi o persone uscite dal carcere e senza un luogo in cui rifugiarsi, tutti accumunati dalle “3H”: help, home, hope (aiuto, casa, speranza). Esso si avvale del contributo di donne, uomini, volontari come la giovane Lilibeth Ma Grace Calderon che vede nel centro una opportunità per “incontrare Gesù e servire gli ultimi”. E ancora JR Torres che, grazie all’opera a stretto contatto con gli ultimi, ha riscoperto il valore e la bellezza della fede. Una delle “lezioni più significative - racconta - è stata di non arrendermi mai e avere fiducia nei piani di Dio, non importa quanto possa apparire la vita impegnativa in un determinato momento”. E “ho capito - conclude - quanto sia importante sforzarsi di essere una brava persone e diffondere positività in ogni modo possibile“.
05/07/2022 09:57