Manila ottiene da Jakarta il rimpatrio di una donna condannata a morte per traffico di droga
Nel 2010 Mary Jane Veloso venne fermata all'aeroporto da Yogyakarta perché una valigia che le era stata consegnata conteneva eroina. L'allora presidente filippino Benigno Aquino III fermò l'esecuzione quando mancavano solo 11 ore. Da allora la diplomazia dei due Paesi ha lavorato per portare a casa la donna 39enne.
Manila (AsiaNews) - Un intenso e prolungato lavoro diplomatico tra Indonesia e Filippine ha aperto la strada al ritorno di Mary Jane Veloso, nel 2010 condannata alla pena di morte con l’accusa di traffico di stupefacenti.
Nel 2015, quando la sua esecuzione stava per essere portata a termine insieme a quella di altri otto detenuti, l’allora presidente filippino, Benigno Aquino III, chiese al capo di governo indonesiano, Joko Widodo, di permettere a Veloso di testimoniare contro i membri di una rete di traffico di droga e di esseri umani. Widodo aveva poi negato le richieste di rimpatrio da parte di Manila e solo con il recente arrivo alla presidenza di Prabowo Subianto è stato possibile liberare Veloso.
“È uno sviluppo meraviglioso, frutto di una diplomazia di successo”, ha commentato ad Asia News il vescovo di Kalookan e futuro cardinale Pablo Virgilio David. “C'è un detto talmudico: 'Salvare una vita è salvare il mondo intero'. Noi non crediamo nella pena capitale, anche se eseguita secondo la legge”, ha aggiunto il presidente della Conferenza episcopale delle Filippine.
“Dopo oltre un decennio di diplomazia e consultazioni con il governo indonesiano, siamo riusciti a ritardare l’esecuzione abbastanza a lungo da raggiungere un accordo per riportarla finalmente nelle Filippine”, ha dichiarato questa mattina l’attuale presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr.. “Estendo la mia più sentita gratitudine al presidente Prabowo Subianto e al governo indonesiano per la loro buona volontà. Questo risultato riflette la profondità della partnership tra la nostra nazione e l'Indonesia, unita da un impegno comune per la giustizia e la compassione”, ha aggiunto.
Prabowo e Marcos si sono incontrati in due occasioni: il presidente indonesiano aveva visitato Manila prima della sua inaugurazione, mentre Marcos ha assistito alla cerimonia di giuramento in Indonesia il mese scorso.
Nel 2010, Veloso, madre di due figli che oggi ha 39 anni, era stata accusata di aver tentato di contrabbandare 2,6 kg di eroina in Indonesia, ma si è sempre dichiarata innocente. Nata in una famiglia a basso reddito di Nueva Ecija, una provincia situata nella regione di Luzon centrale, aveva lavorato come collaboratrice domestica a Dubai ma si stava recando in Indonesia nel tentativo di sfuggire a un datore di lavoro violento. La sua reclutatrice, Christine o Cristina, aveva chiesto a Veloso di prendere un aereo da Kuala Lumpur a Yogyakarta, affidandole 500 dollari e una valigia da consegnare a un uomo. Veloso venne fermata all'aeroporto Adisucipto di Yogyakarta perché foderato all’interno del bagaglio c’era un foglio di alluminio contenente eroina.
Nel 2015, Benigno Aquino chiamò personalmente l’ex ministro degli Esteri indonesiano, Retno Masurdi, giorno prima dell'esecuzione di Veloso: mancavano solo 11 ore, l’esecuzione venne rinviata. Nello stesso anno vennero eseguite le pene di morte di diversi altri cittadini stranieri, tra cui due australiani a capo di una rete di trafficanti.
Oggi il sottosegretario agli Affari esteri filippino, Eduardo de Vega, ha spiegato che l’Indonesia ha accettato di rimandare a casa Veloso senza chiedere nulla in cambio, aggiungendo che i dettagli sono ancora in via di definizione. L’ambasciatore filippino in Indonesia spera che Veloso possa tornare a casa prima della fine dell'anno. Da parte sua, Veloso vorrebbe tornare a casa per Natale.