Manila incrimina i pescatori cinesi per l’incidente alla barriera corallina
Manila (AsiaNews/Agenzie) - Manila ha incriminato 12 cinesi con l'accusa di "pesca di frodo", dopo che la loro imbarcazione si è incagliata contro una barriera corallina protetta e inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco. Il fatto è avvenuto l'8 aprile scorso nel mare di Sulu, al largo delle coste filippine, quando il peschereccio battente bandiera di Pechino si è incagliato contro la scogliera di Tubbataha. L'incidente ha contribuito a innalzare la tensione fra i due Paesi, da tempo al centro di una controversia sui confini nel mar Cinese meridionale.
I 12 pescatori cinesi - subito fermati dalla marina filippina e condotti a terra - rischiano fino a 12 anni di prigione e il pagamento di una multa pari a 300mila dollari. È quanto ha confermato un funzionario del Tubbataha Reef Park, in base all'accusa di aver sconfinato in acque territoriali e compromesso un sito protetto, già teatro nei mesi scorsi di un analogo incidente con protagonista una imbarcazione statunitense. I pescatori - che si proclamano innocenti e parlano di "incidente dovuto al caso" - potrebbero anche essere imputati di "tentata corruzione", per aver offerto denaro ai guardiani del parco in cambio della libertà.
Funzionari inviati dal governo di Pechino hanno fatto visita al gruppo di pescatori, al momento detenuti in una caserma della provincia di Palawan. Si tratta del settimo peschereccio battente bandiera cinese sorpreso nell'area dal 2002. Cina e Filippine sono da tempo al centro di un confronto territoriale, che lo scorso anno ha più volte rischiato di degenerare in un vero e proprio conflitto. Al centro della contesa le Scarborough Shoal, un gruppo di atolli situati fra l'isola di Luzon e le isole Zhongsha; tuttavia, la barriera corallina di Tubbataha appartiene al territorio filippino e non è mai stato soggetto di dispute sul possesso con Pechino.
Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. Le isole Spratly e Paracel, quasi disabitate, sono assai ricche di risorse e materie prime. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti. Filippine e Giappone in primis, ma anche Vietnam potrebbero diventare preziosi alleati in uno scenario di conflitto aperto nella regione Asia-Pacifico, dove negli ultimi mesi si sono registrati numerosi "incidenti" fra navi - militari o imbarcazioni di pescatori - battenti bandiere diverse.