Manila approva la norma sui confini (anti-Pechino) nel mar Cinese meridionale
Il Senato ha varato il provvedimento sulle aree che ricadono sotto la giurisdizione del Paese, per contrastare le rivendicazioni cinesi nell’area. Una norma allineata alla sentenza 2016 del tribunale Onu. Da tempo diverse nazioni rivendicano il controllo di un settore strategico per i commerci internazionali.
Milano (AsiaNews) - Il Senato filippino ha approvato ieri la legge che indica con chiarezza le aree marittime che ricadono sotto la giurisdizione di Manila; un passo importante per contrastare le pretese - soprattutto cinesi - sui tratti del mar Cinese meridionale (Mare filippino occidentale, secondo la dicitura locale) che ritiene (in base al Diritto internazionale) di sua competenza economica esclusiva. Una mossa che intende anche garantire il rispetto della sentenza del 2016 dalla Corte permanente di arbitrato delle Nazioni Unite che ha disconosciuto le pretese di Pechino, anche in zone di fatto occupate dalla Cina, da essa edificate e militarizzate, ignorando le rimostranze filippine.
La Legge n. 2492 delimita nel dettaglio i diritti delle Filippine su aree dove esercitano la loro sovranità e giurisdizione in base alla Convenzione Onu sulla Legge del mare (Unclos, United Nations Convention on the Law of the Sea) e altre leggi e trattati internazionali. Questo include le isole artificiali e le installazioni all’interno della Zona economica esclusiva filippina costruite dai cinesi, come specificato dal promotore della norma, il senatore Francis Tolentino nella conferenza stampa di presentazione del provvedimento.
Davanti alle costanti pressioni cinesi che non solo tendono ad allargare e consolidare la presenza a ridosso dell’arcipelago in acque peraltro ricche di risorse su cui Manila punta per sviluppare la propria economia, ma anche a minacciare quella che è la più importante rotta commerciale marittima mondiale, la legge costituirebbe, secondo l’esperto filippino Jay Botongbacal “una significativa pietra miliare nella lunga e difficile ricerca del paese di una gestione efficace dei nostri mari”.
Quella approvata ieri è una legge attesa, ma che ha impiegato ben quarant’anni per essere realizzata e per allineare le leggi nazionali filippine con quelle internazionali in materia.
Il provvedimento, che aveva già ottenuto l’approvazione della Camera dei rappresentanti a maggio dello scorso anno, potrebbe presto essere proposto alle Nazioni Unite affinché possa essere riconosciuto da altri Paesi. Il fine è di rendere ancora più concreta e credibile la posizione filippina in una materia tanto delicata che - stante le pretese cinesi su un’area marittima molto ampia che coinvolge altre nazioni della regione e la corsa al riarmo che hanno avviato - rischia di accendere tensioni che potrebbero sfociare in un confronto armato che coinvolgerebbe gli Stati Uniti e i loro alleati, intenzionati a garantire il libero accesso dell’area.
(Foto della guardia costiera filippina)
17/04/2015