Manila, cattolici contro il disegno di legge sul divorzio: ‘È incostituzionale’
Nel 2015, papa Francesco li invitava a combattere le “colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia”. La Costituzione filippina stabilisce che “il matrimonio, in quanto istituzione sociale inviolabile, è il fondamento della famiglia e deve essere protetto dallo Stato”. Previsti dalla legge la separazione legale e l’annullamento civile. Timori per le ripercussioni del provvedimento sui bambini.
Manila (AsiaNews) – “È incostituzionale, contro la fede cristiana e anti-famiglia”. Più di 77 organizzazioni cattoliche si oppongono unite al disegno di legge sul divorzio, approvato lo scorso marzo dalla Camera ed ora al vaglio del senato. Esso continua ad alimentare un acceso dibattito nell’opinione pubblica delle Filippine, unico Paese insieme al Vaticano a non avere una legislazione in materia.
La Costituzione filippina [articolo XV, sezione 2] stabilisce in maniera chiara che “il matrimonio, in quanto istituzione sociale inviolabile, è il fondamento della famiglia e deve essere protetto dallo Stato”. Al momento, le uniche opzioni per le coppie che intendono porre fine alla propria unione è la separazione legale, che non permetta a nessuna delle parti di risposarsi, o l’annullamento civile. Il matrimonio può essere annullato solo per motivi limitati, come l’instabilità mentale o la contrazione di una malattia a trasmissione sessuale. Abusi e infedeltà non sono ragioni ritenute valide dallo Stato. Solo i musulmani, che rappresentano circa il 10% della popolazione, possono divorziare ai sensi della Legge sulla famiglia islamica.
Nonostante l’opposizione del presidente Rodrigo Duterte e dell’influente Chiesa cattolica, il mese scorso la Camera bassa ha avallato la terza e definitiva versione del disegno di legge 7303. Secondo gli analisti, è tuttavia improbabile che esso riceva il sostegno necessario alla Camera alta, chiamata a redigere ed approvare una legge di controparte. Duterte, separato legalmente dalla moglie, si è dichiarato più volte contrario al provvedimento dichiarandolo dannoso per i bambini e diversi senatori hanno già annunciato l’intenzione di stracciarlo.
Un sondaggio indipendente condotto da Social Weather Stations rivela che nel 2017 il 53% dei cittadini si dichiarava favorevole alla legalizzazione del divorzio nelle Filippine, nazione con la più grande popolazione cattolica d’Asia. Secondo i dati dell'Ufficio del Procuratore generale, lo stesso anno il numero di casi di annullamento è salito ad oltre 8mila, dai circa 1.000 del 2008.
Raccogliendo l’invito di papa Francesco, che nel 2015 li invitava a combattere le “colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia”, i cattolici filippini sono impegnati in una campagna contro la proposta di legge. Christina Del Reys, membro del Christian Family Movement, dichiara ad AsiaNews: “Le nostre leggi attuali già permettono che il matrimonio sia dichiarato nullo o annullabile. L'annullamento è consentito anche in determinate circostanze. Ma qui c'è una differenza fondamentale tra annullamento e divorzio. Il matrimonio non è un semplice contratto o unione, ma un sacramento, un'alleanza di fronte a Dio. È un'unione sacra tra uomo, donna e Dio per stabilire una famiglia”.
Robert De Jesus, della Sacred Heart Catholic Charismatic Community, ribadisce: “Il divorzio non risolve i problemi, distrugge le famiglie. I bambini saranno le più grandi vittime di ogni divorzio. Ne soffriranno, più dei loro genitori. La separazione infligge ai bambini un persistente e dannoso impatto emotivo, psicologico e mentale”. “Peggio ancora – prosegue De Jesus – quando saranno sposati, i bambini stessi potranno scegliere di chiedere il divorzio come una facile via d'uscita in caso di crisi coniugali. Quindi, il virus del divorzio potrebbe essere trasmesso dai genitori ai loro figli, distruggendo le nostre famiglie e la fibra morale della nostra società nel suo complesso”.
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