Manila, agguato in aeroporto al sindaco di Labangan: quattro vittime
Manila (AsiaNews/Agenzie) - È di quattro vittime, fra le quali il sindaco di una cittadina del sud del Paese, e di altri quattro feriti, il bilancio di un agguato avvenuto questa mattina all'aeroporto internazionale di Manila, nelle Filippine. Angel Honrado, responsabile dello scalo, riferisce che "il sindaco [Ukol Talumpa di Labangan, nella provincia meridionale di Zamboanga del Sur], la sua famiglia e alcuni responsabili della sicurezza sono stati attaccati". Un gruppo di uomini armati, raccontano alcuni testimoni, ha sorpreso il funzionario e il suo seguito mentre erano in attesa all'esterno del terminal 3. Gli assalitori - a bordo di motociclette - hanno avvicinato il gruppo e hanno aperto il fuoco a distanza ravvicinata, uccidendo sul colpo le vittime, che non hanno avuto il tempo di reagire; fra queste vi sono anche la moglie del sindaco e un bambino di un anno e mezzo.
Il personale addetto alla sicurezza dello scalo ha tentato di inseguire i due assalitori, che sono però riusciti a far perdere le loro tracce. Gli inquirenti hanno rinvenuto almeno 20 proiettili esplosi dai due attentatori nel corso dell'agguato. Nel punto in cui è avvenuto l'attacco non vi sono telecamere a circuito chiuso, per questo i vertici aeroportuali e la polizia hanno lanciato appelli a eventuali testimoni, perché ogni dettaglio può essere utile per risalire all'identità dei membri del commando.
L'agguato è avvenuto poco prima di mezzogiorno, in un periodo di grandi spostamenti dovuti alle prossime festività natalizie. Ukol Talumpa (nella foto) era appena atterrato nella capitale filippina, dopo un volo della compagnia Cebu Pacific decollato dallo scalo di Zamboanga City. Gli agenti hanno allestito una serie di posti di blocco, in un'area di circa 1,5 km dal punto in cui è avvenuto il raid.
Nel maggio scorso Ukol Talumpa, esponente di un partito politico di opposizione a livello nazionale, ha conquistato la carica di sindaco di Labangan al termine di una tornata elettorale molto contestata, con pesanti accuse di brogli e irregolarità. Già nel settembre 2012 egli era sfuggito a un attentato, in seguito all'esplosione di una granata avvenuta nella città di Pagadian. All'epoca egli era il vice-sindaco di Labangan. Nel 2010, invece, aveva riportato alcune ferite - così come il nipote, Alimond Silad - nel corso di una sparatoria a Manila.
La vittima era originaria della regione di Mindanao, teatro da tempo di una guerra sanguinaria fra forze governative e separatisti musulmani. Nel settembre scorso tre settimane di combattimenti a Zamboanga hanno causato la morte di 203 persone e posticipato i colloqui di pace con i vertici dei gruppi ribelli. A inizio dicembre il governo guidato dal presidente Benigno Aquino ha detto di essere vicino alla ratifica dell'accordo finale, che dovrebbe avvenire il mese prossimo e mettere così fine a una guerra decennale che ha causato circa 200mila vittime. Durante i periodi elettorali, il sud delle Filippine ha registrato momenti di tensione e violenze sanguinarie: fra i più gravi, l'attacco avvenuto il 23 novembre 2009 contro il clan di Ishmael "Toto" Mangudadatu, vice-sindaco di Buluan e candidato alla carica di governatore di Maguindanao, provincia nel sud delle Filippine, nella Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano (Armm). Nell'attacco sono morte 58 persone, fra cui parenti e sostenitori del politico, oltre che giornalisti al seguito del gruppo.