Manifestante anti-Putin condannato all'ospedale psichiatrico
Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Un tribunale russo ha riconosciuto colpevole di "disordini di disordini di massa" uno dei manifestanti che l'anno scorso parteciparono all'ultima grande manifestazione anti-Putin a Mosca, condannandolo a "trattamento psichiatrico obbligatorio". Secondo l'opposizione extraparlamentare, si tratta di un verdetto che riporta diritti indietro all'Urss, quando i dissidenti venivano internati come "malati di mente, pericolosi per la società".
Mikhail Khosenko, 38 anni, è in carcere da 16 mesi dopo che i giudici ne hanno ordinato la custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta (poi processo) di piazza Balotnaya, dal nome della piazza nella capitale russa in cui si svolse il 6 maggio 2012 la grande dimostrazione anti-governativa, finta con scontri tra manifestanti e polizia. Quel giorno furono arrestate oltre 600 persone, poi rilasciate dopo poche ore. Altre 25 sono sotto inchiesta per quei disordini e 12 si trovano da mesi in carcere, in attesa della fine del processo. Tutte sono accusate di aver partecipato a disordini di massa e preso parte ad azioni violente contro rappresentanti del potere. In molti, tra oppositori e attivisti per i diritti umani, hanno indicato nel "caso Balotnaya" uno stratagemma del Cremlino per inibire nuove sollevazioni di massa e intimidire la società civile.
L'8 ottobre, il tribunale Zamoskvoreci di Mosca ha respinto gli argomenti della difesa di Khosenko, che chiedeva l'assoluzione dell'assistito rispetto ai capi di accusa e l'assegnazione a un regime di cure psichiatriche, data la "non pericolosità" del soggetto. Khosenko ha accertati precedenti di instabilità psichica, dovuti a un trauma subito durante il servizio militare. I medici avevano stabilito nel 2003 che non rappresentava una minaccia per la società, così non gli fu imposto il ricovero, ma gli venne riconosciuta una pensione d'invalidità. Sulla base di nuovi accertamenti condotti nell'ambito del processo, la precedente diagnosi è stata rivista e Khosenko sarà inviato in ospedale psichiatrico. La difesa - che aveva chiesto, senza ottenerla, una perizia condotta dall'Associazione mondiale degli psichiatri - ha promesso che farà appello. Come sottolinea Radio Liberty, i giudici non hanno precisato un termine per il trattamento imposto al condannato. Cosa che fa temere in una sorta d'internamento illimitato.
Il processo a suo carico è stato seguito con attenzione dai media indipendenti in Russia, che hanno registrato la testimonianza a suo favore di un poliziotto, che secondo l'accusa era stato attaccato proprio da Khosenko. Inoltre, lo stesso tribunale non gli ha permesso, a settembre, di recarsi ai funerali della madre morta durante la sua detenzione, motivando la decisione con il pericolo di ulteriore peggioramento delle condizioni mentali dell'imputato. A metà settembre, rispondendo alla domanda di un politico dell'opposizione, Putin non ha escluso un'amnistia per i militanti delle proteste, che tra fine 2011 e metà 2012 hanno segnato il ritorno dell'uomo forte di Russia al Cremlino. "Ma prima deve terminare l'iter giudiziario", ha precisato il presidente. (N.A.)