21/12/2020, 08.55
THAILANDIA
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Mahachai, Covid-19: maxi-focolaio in un mercato ittico

In pochi giorni si sono registrati oltre 800 contagi nel più importante mercato del pesce del Paese, la maggior parte dei quali asintomatici. Occhi puntati sui lavoratori migranti dal Myanmar. La provincia di Samut Sakhon, dove è emerso il cluster, in lockdown e coprifuoco notturno fino al 3 gennaio. Si prospettano ulteriori restrizioni se i numeri aumenteranno.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La Thailandia ha avviato in queste ore uno screening di massa, nel tentativo di spegnere il peggior focolaio di Covid-19 dall’inizio dell’emergenza sanitaria mondiale in febbraio. Finora il Paese aveva limitato i casi grazie a una politica di stretto controllo e quarantena, insieme a pesanti limitazioni al turismo, una delle principali risorse dell’economia locale: un focolaio divampato in un mercato del pesce ha portato in poco tempo a centinaia di persone positive al coronavirus.

In queste ore decine di migliaia di cittadini sono sottoposte al tampone molecolare, dopo la scoperta di numerosi casi di positività nel più importante centro ippico del Paese. Il governo ha già predisposto il lockdown nella provincia costiera Samut Sakhon, poco distante la capitale Bangkok. All’interno della struttura lavorano in grande maggioranza immigrati dal vicino Myanmar. Ai dipendenti è imposto il confino all’interno della propria abitazione, con divieto assoluto di uscire. 

La Thailandia è stata la prima nazione a registrare un caso di Covid-19 dopo la Cina, ma ha saputo bloccare la trasmissione registrando in questi mesi solo 4mila casi e 60 vittime. Il focolaio al mercato ittico di Mahachai, cuore multimiliardario dell’industria locale, sarebbe riconducibile a una 67enne venditrice di gamberetti, ma al momento la linea di trasmissione è ignota e si cercano altri contagi a monte. Dalla prima positività si è passati in pochi giorni a oltre 800 contagi, mentre continua il lavoro di test e tracciamento dei sanitari, anche perché la donna non ha mai lasciato il Paese ed è assai improbabile che possa essere l’origine del cluster. 

Le autorità hanno imposto l’obbligo di dimora negli alloggi ai lavoratori migranti del Myanmar, che non possono lasciare le stanze per alcun motivo e vengono riforniti di acqua e di cibo. “Li abbiamo rinchiusi e imposto il divieto di spostamento” sottolinea il ministro della Sanità Kietphgum Wongit, con la sola eccezione di uscita per sottoporsi al tampone molecolare. Fonti sanitarie sottolineano che la grande maggioranza dei contagi rilevati sinora sono asintomatici. 

La provincia di Samut Sakhon resterà in lockdown e coprifuoco notturno fino al 3 gennaio, ma si prospettano chiusure anche nelle altre province del Paese in caso di ulteriori focolai. Il premier Prayuth Chan-ocha, che già deve affrontare l’emergenza innescata dalle proteste anti-governative, organizzate per una revisione della Costituzione in senso democratico, vuole rassicurare la nazione: “Dobbiamo stroncare - afferma - sul nascere il cerchio dei contagi. Abbiamo esperienza in materia e sapremo gestire la situazione”.

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