Madre Tamil scrive a Dissanayake: 'Verità per mio figlio desaparecido nel 2008'
Nella sua lettera Balendran Jayakumari ha chiesto collaborazione: "È il quinto presidente a cui scrivo, fornisca informazioni". Al tempo 15enne, Balendran venne fotografato l’ultima volta nel campo militare di Ambepussa. Veniva "riabilitato" dopo l'arruolamento nel LTTE. Da 17 anni le famiglie tamil cercano giustizia per migliaia di scomparsi. I parenti ad AsiaNews: "Subito un'inchiesta internazionale".
Colombo (AsiaNews) - L'attivista tamil Balendran Jayakumari ha inviato una lettera al presidente Anura Kumara Dissanayake. In essa viene chiesta la verità sulla scomparsa del figlio Balendran Mahendan, di cui si sono perse le tracce nelle fasi finali della guerra civile, nel 2008, quando aveva 15 anni. Da allora Jayakumari non ha mai smesso di lottare per le migliaia di persone tamil scomparse mentre erano in custodia militare in Sri Lanka. Il figlio, arruolato nel LTTE (Liberation Tiger of Tamil Eelam), è stato fotografato l’ultima volta mentre veniva “riabilitato” al campo militare di Ambepussa.
Nella sua lettera l’attivista ha richiamato l'attenzione del presidente avanzando tre richieste. “Lei è il quinto Presidente dello Sri Lanka da quando mio figlio Balendran Mahendan è scomparso - ha scritto -. Crediamo che lei, in qualità di presidente in carica, come leader che comprende le lotte della gente comune, presterà attenzione alle nostre grida e alle nostre lacrime”. L’ascolto è la prima richiesta di Jayakumari. Sono decine i familiari che sono morti senza verità, dopo aver lottato per 17 anni alla ricerca dei loro parenti scomparsi. Morti senza alcuna traccia dei loro figli e mariti scomparsi, senza alcuna giustizia.
A nome del figlio scomparso, la donna ha chiesto al presidente di ricevere lei e la figlia, per un incontro personale. E di aiutarla a ottenere informazioni sul campo di riabilitazione di Ambepussa, gestito dal Ministero della Giustizia nel 2009, dove il figlio sarebbe appunto scomparso. Questa è la seconda richiesta. Poi l’attivista scrive la sua terza richiesta: “Forniscimi informazioni aggiornate sulle denunce e le informazioni in possesso della polizia e della Commissione d'inchiesta presidenziale”.
Balendran Jeyakumari ribadisce la speranza che ripone nell'attuale presidente: “Le scrivo questa lettera nella sincera speranza che lei presti attenzione alla ricerca di informazioni su mio figlio e alla ricerca di verità per l'ingiustizia che ho dovuto affrontare negli ultimi 15 anni. Spero che lei risponda positivamente”, ha detto. L’attivista ha perso altri due figli durante la guerra. Da allora, Jeyakumari Balendran ha cercato suo figlio, ma “senza ottenere risposta”. Per questo venne anche arrestata nel 2014 con la figlia Vipoosika.
Il segretario del gruppo dei parenti degli scomparsi di Vavuniya Gopalkrishnan Raajkumar ha dichiarato che in 17 anni hanno parlato dei loro parenti scomparsi con personalità nazionali e internazionali, ma sempre invano, senza ottenere alcuna soluzione. “I parenti che erano in prima linea nella ricerca dei loro cari muoiono senza sapere cosa sia successo ai loro figli e mariti”, ha detto Gopalkrishnan ad AsiaNews. “Mi chiedo quando troveremo una soluzione al nostro problema. Siamo stufi di raccontare le nostre storie a tutti, ogni volta”.
Anche dal gruppo si solleva la richiesta al Presidente di “prendere immediatamente le misure necessarie per un'inchiesta internazionale - ha aggiunto -. Crediamo che solo essa possa contribuire alla nostra lunga lotta per rendere giustizia ai nostri cari scomparsi”. Uno sforzo che vuole impedire che la memoria dei desaparecidos venga cancellata. “Molti potrebbero dire di dimenticare questa ricerca, ma noi non possiamo dimenticare i nostri cari scomparsi. Vogliamo sapere cosa è successo”.