Madhya Pradesh: 'I canti natalizi non sono reato', assolto sacerdote
Dopo 4 anni di battaglie legali l'Alta Corte ha prosciolto p. George Mangalapilly accusato dai militanti indù di aver forzato la gente locale a convertirsi con "lo stratagemma" delle melodie natalizie cantate da un gruppo di seminaristi in un villaggio. Il sacerdote: "Ero certo della mia innocenza, ora sono sollevato".
Bhopal (AsiaNews) - Erano stati accusati di “conversione religiosa forzata” da parte di un gruppo di attivisti del Bajrang Dal, organizzazione militante nazionalista indù. Nei giorni scorsi, l’Alta Corte dello Stato indiano del Madhya Pradesh ha assolto per inconsistenza di prove p. George Mangalapilly, rinviato a giudizio dopo la denuncia presentata dal movimento induista.
Il caso risale al 14 dicembre 2017 quando un gruppo composto da 32 studenti di teologia del St. Ephrem's Theological College di Satna (nel Madhya Pradesh) accompagnati da 9 religiosi e da un autista locale erano stati aggrediti da alcuni radicali indù con il pretesto di aver intonato canzoni natalizie per le strade del villaggio di Jawahar Nagar Bhumkahar. Secondo gli attivisti del Bajrang Dal, il gruppo di cattolici avrebbe tentato di convertire le persone con “lo stratagemma dei canti natalizi” e - sostenevano - provando anche a corrompere le persone con offerte di denaro. 5mila rupie (poco più di 50 euro) e un rosario è la cifra che - a detta di Raghunath Dohar (uno dei denuncianti) - il gruppo di cattolici avrebbe offerto in cambio della conversione. I militanti indù hanno successivamente dato fuoco al furgoncino utilizzato dai seminaristi per raggiungere il villaggio e hanno assaltato la stessa caserma di polizia in cui era stato condotto il gruppo di cattolici.
“Siamo molto contenti che il caso sia stato archiviato - ha dichiarato ad AsiaNews p. Maria Stephen, responsabile delle pubbliche relazioni della diocesi del Madhya Pradesh -. Questa vicenda ci stava tormentando da diversi anni sebbene non avessimo alcun dubbio circa l’infondatezza delle accuse". Anche p. George Mangalapilly, uno dei preti imputati, si è detto sollevato dopo la lettura della sentenza: “Nonostante non sia mai stato trattenuto in prigione per più di 24 ore e nonostante fossi certo della mia innocenza, sono stati quattro anni esasperanti, soprattutto dopo che nell’agosto 2020 l’Alta Corte aveva rifiutato la prima istanza di archiviazione”. P. George ha poi tenuto a sottolineare come, ad eccezione di uno, tutti i 32 seminaristi presenti quel giorno siano stati ordinati sacerdoti.
La conversione religiosa è un tema caldo in molte zone dell’India, in particolare del Madhya Pradesh. Sovente i sacerdoti locali e i missionari vengono presi di mira da gruppi tradizionalisti indù, tacciandoli di adescare e corrompere le persone per convertirli al cristianesimo. Recentemente i fondamentalisti indù che governano questo Stato hanno anche inasprito le pene per questo reato, utilizzato per intimidire la piccola comunità cristiana locale.
15/01/2018 15:32