Madhya Pradesh, una disputa di famiglia riapre lo scontro sulle conversioni
A un uomo divenuto cristiano nella città di Gwalior, la nipote ha impedito di seppellire la madre. Denunciato alla polizia per aver tentato di "convertirla" da morta. Il portavoce della Chiesa cattolica locale, p. Stephen: "Dio conosce la verità e le garantirà comunque il suo Eterno riposo".
Mumbai (AsiaNews) – A Gwalior, città del Madhya Pradesh, una disputa di famiglia è diventata l'occasione per una nuova polemica sul delicato tema delle conversioni. A un uomo è stato impedito di compiere i riti funebri della madre a causa della sua conversione al cristianesimo.
Dharmendra Pratap Singh, che da cristiano ha scelto il nome di David, avrebbe voluto seppellire in un cimitero la madre Saroj Devi, scomparsa il 2 giugno scorso, anziché procedere alla cremazione secondo il rituale indù, la religione professata dalla donna. Di fronte a questa intenzione è intervenuta la figlia della sorella, Shweta Suman, che è giunta dal Jharkhand dopo un viaggio di 1.100 chilometri per compiere invece la cremazione e i rituali indù.
La nipote si è lamentata con il sovrintendente di polizia locale per il comportamento dello zio, sostenendo che l'uomo abbia utilizzato la forza per convertire sua madre al cristianesimo. Sweta ha dichiarato che la nonna è rimasta indù fino alla morte e dunque i riti funebri dovevano avvenire secondo gli usi della sua religione.
A complicare il quadro è il clima in cui questa storia si inserisce: il Madhya Pradesh è infatti uno degli Stati indiani in cui di recente sono entrate vigore le più dure leggi anti-conversione. Il responsabile delle relazioni esterne della Chiesa cattolica locale, padre Maria Stephen, commenta ad Asianews che “si tratta di una semplice disputa di famiglia. Non essendoci alcun documento che attesti una sua conversione su questa vicenda non possiamo dire nulla. Dio conosce la verità e le garantirà comunque il suo Eterno riposo”.
Da parte sua il verbita p. Babu Joseph, già portavoce della Conferenza episcopale indiana (Cbci), aggiunge ad AsiaNews: “In assenza di volontà esplicite scritte, la scelta dei riti funebri attiene al parente più prossimo, che in questo caso è il figlio. Inoltre va ricordato che non tutti gli indù praticano la cremazione, ce ne sono alcuni che fanno seppellire i propri cari. Soprattutto, però, appare fuori luogo e malizioso che dopo aver potuto comunque compiere i riti funebri della nonna come voleva, questa donna si sia rivolta alla polizia. La conversione dello zio non è una questione che la riguarda”.
15/06/2017 08:52
04/08/2021 08:56