L’uomo ha dignità e valore: Il messaggio di Madre Teresa per la nostra epoca
L’amministratore apostolico di Jowai ha incontrato la futura santa nel 1958, quando era in seminario. Ciò che lo ha colpito è stata l’attenzione che la Madre dedicava agli altri, in particolare i più poveri. Di fronte ad un processo irrazionale che vorrebbe fare dell’uomo una semplice “macchina destinata al consumo”, Madre Teresa grida al mondo la sacralità della persona umana e della sua anima.
Mumbai (AsiaNews) – Se Madre Teresa “avesse un messaggio per la nostra epoca, sarebbe che la persona umana ha dignità e valore, non importa di quale fragilità l’individuo sia rivestito…Lei vedeva la ‘gloria di Dio’ brillare attraverso gli occhi delle persone in punto di morte”. Lo dice ad AsiaNews mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo emerito di Guwahati e attuale amministratore apostolico di Jowai. L’arcivescovo ha incontrato la Madre di Calcutta quando era un giovane seminarista, ma quell’incontro ha segnato in modo indelebile la sua vita. Il modo in cui Madre Teresa poneva attenzione ai bisogni degli ultimi, perché nei loro occhi vedeva la gloria di Dio, ha ispirato la sua missione in India.
Secondo mons. Menamparampil, Madre Teresa ha rivelato lo spirito eroico che è in ognuno di noi a partire dalle baraccopoli di Calcutta e ha “avuto il coraggio di riportare nel mondo moderno il senso perduto del sacro”. Riportiamo qui di seguito il suo intervento, che rientra tra le testimonianze offerte ai lettori di AsiaNews in vista della canonizzazione della Beata il prossimo 4 settembre.
Ciò che mi ha più colpito quando ho incontrato Madre Teresa nel 1958, quando ero un giovane seminarista, è stata la sua attenzione dimentica di se stessa in favore degli altri, in particolare de più poveri, unita al suo grande entusiasmo e alla incessante capacità di recupero di fronte alle difficoltà. Il suo dinamismo era mescolato a spessore spirituale, ad un profondo senso di vocazione, ad una gioia contagiosa.
La Madre ha ascoltato una voce interiore che le chiedeva di uscire per le strade di Calcutta e prendersi cura dei più poveri tra i poveri. Lei vibrava di vita ed emanava energia, anche se non era forte dal punto di vista fisico. Sant’Ireneo ha detto secoli fa: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”. Proprio questa è stata l’immagine di una persona piena di vita che ha offerto agli altri lo stesso dono di vita vibrante, proprio questa è stata la gloria di Dio che si è resa manifesta.
Madre Teresa ha catturato l’attenzione del mondo dalle oscure baracche di Calcutta. Jyoti Basu, il chief minister comunista del West Bengal, è stato uno dei primi leader a riconoscere il suo valore.
Se Madre Teresa avesse un messaggio per la nostra epoca, sarebbe che la persona umana ha dignità e valore, non importa di quale fragilità l’individuo sia rivestito. Per Teresa non era una perdita di tempo servire i ciechi, i sordi e i muti o i lebbrosi, o accompagnarli nei loro bisogni essenziali. Lei vedeva la “gloria di Dio” brillare attraverso gli occhi delle persone in punto di morte. Se una persona era vestita di stracci, coperta di polvere, maleodorante o davvero di cattivo umore, quella era un essere umano, Gesù stesso.
Viviamo in un’epoca in cui la dignità della persona umana è affermata nel modo più solenne. Allo stesso tempo però ascoltiamo le teorie che vorrebbero ridurre la persona umana a prodotto finale di un processo irrazionale, frutto di uno scontro casuale di atomi e una combinazione a caso di impulsi e istinti ciechi. In sostanza un prodigio senza senso!
Più di un secolo fa Victor Hugo ha detto: “V’è uno spettacolo più grande del mare, ed è il cielo; v’è uno spettacolo più grande del cielo, ed è l’interno dell’anima”. Madre Teresa era totalmente d’accordo e ha tradotto questa verità in azione.
Se il valore di un individuo è così grande, la vita di lui/lei deve essere ugualmente preziosa. La mancanza di amore per la vita è mancanza di amore per l’umanità, a prescindere dal fatto che la persona in questione sia nel grembo materno, nella culla, a scuola, nella società; o sia travolta dai debiti e dall’odio, presunto terrorista o malato terminale. Una persona in coma non è un vegetale. Il valore della sua vita non si misura in termini utilitaristici.
Quando si parla della personalità di un individuo, ci riferiamo a qualcosa di olistico, qualcosa che artisti e poeti hanno immaginato, saggi e santi hanno provato e descritto. Se solo riuscissimo a capire che l’amore è come una porta dentro il mistero, comprenderemmo che amare lui/lei non è uno spreco di amore.
Ciò che serve ad un bambino nel grembo materno o ad una persona negli istanti finali della sua vita non è il rifiuto tramite l’aborto o l’eutanasia, ma l’accettazione dell’amore e di un senso di appartenenza. Il nostro compito è offrire questo.
L’universo non cessa di prendersi cura di un essere che è venuto al mondo. I gigli fioriscono e i passeri prosperano perché tutto è parte di un grande disegno. La fede è riconoscere questo.
L’amore è vivificante. L’abbraccio di un bambino è stimolante. L’amore cristiano protegge questa vita e questa dignità in ogni persona.
Se questo è il punto, soffocare delle vite durante proteste politiche, o per l’odio etnico o per fanatismo religioso è chiaramente oltraggioso. È contro-evolutivo, come direbbero gli scienziati. Il massimo sforzo della civiltà umana in ogni epoca storica si è concentrato intorno al tentativo di salvare, migliorare e prolungare la vita.
Tagliare vite umane invocando nobili cause o principi religiosi è fare un sacrificio a Moloch. Quanto tempo abbiamo impiegato prima di realizzare che la violenza è solo una parte dell’istinto suicida di una società! Madre Teresa ha un messaggio per questi contesti. Raccogliendo un bambino dalla strada e tenendolo tra le sue braccia, lei ha urlato al mondo: “La vita è preziosa”.
Lei avrebbe detto a coloro che si lamentano, a quelli che combattono per le “giuste cause”: “Basta fare la vittima. Inizia a essere responsabile”. Noi rendiamo noi stessi delle vittime con il maltrattamento da parte dei genitori ed educativo, per gli squilibri sociali, le ferite storiche e le umiliazioni personali. Il suo messaggio a tutti è: “Sii un adulto oggi e assumiti la responsabilità del resto dell’umanità”.
La santa di Calcutta sembra ricordare al mondo che un essere umano non è solo un ingranaggio della ruota dell’economia moderna. Lui e lei sono più di un produttore e un consumatore. Ogni individuo può essere chiamato ad essere un artista, un profeta, un saggio o un santo; un eroe/eroina in ogni aspetto della vita.
In realtà le persone più comuni hanno una vocazione a vivere vite straordinarie. Come può una persona scoprire e svelare l’eroe che è dentro di sé? Madre Teresa ha dimostrato come questo possa avvenire a partire dalle baraccopoli.
Madre Teresa ha avuto il coraggio di riportare nel mondo moderno il senso perduto del sacro. Quando ignoriamo quella cosa interiore che chiamiamo anima, è lei stessa che si fa sentire: attraverso i sintomi fisici di incertezze interiori, l’angoscia spirituale, la preoccupazione, il vuoto, un malessere generale.
In una società affievolita l’eroismo diventa un valore incomprensibile, lo spirito di avventura smette di esistere. Quando l’essere umano si riduce a diventare una macchina per il consumo, non c’è spazio per il romanticismo, la poesia, il mistero, il serio, il profondo. A cosa serve insistere sui diritti umani quando ogni giorno rinunciate al vostro diritto ad essere una persona migliore o un agente benefico per la società umana?
Madre Teresa avrebbe detto di mettere in dubbio la vostra vita fatta di compromessi, tenere vicino il dolore e coloro che sono costretti a convivere con esso. Ascoltare il messaggio chele angosce umane vi riservano. Rimarrete sorpresi nello scoprire – come lei stessa ha fatto – che il dolore è un insegnante meraviglioso, che l’agonia interiore può essere un regalo. Questo vi può far riflettere.
Piuttosto provate a fare ciò che non vi piace, fino a quando non avrà acquisito senso. Avrà più significato se lo fate per Gesù e per i più poveri.
Questa sarebbe oggi l’essenza del suggerimento di Madre Teresa.
*ex arcivescovo di Guwahati, amministratore apostolico di Jowai
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)