L’esercito nomina il “terzo Kim” come delegato al Congresso
Pyongyang (AsiaNews) – L’esercito della Corea del Nord, l’unico apparato in grado di contrastare la dittatura di Kim Jong-il, ha nominato lo stesso dittatore e il figlio terzogenito Kim Jong-un come propri delegati al Congresso del Partito dei lavoratori che si aprirà domani nella capitale. Secondo diverse fonti, si tratta di un duplice segnale: da una parte, la nomina conferma che il Congresso si terrà, per la prima volta in 20 anni; dall’altra, essa indica nel “terzo Kim” l’erede designato dal dittatore coreano.
La nomina sarebbe stata ufficializzata lo scorso 25 agosto, ma è emersa soltanto questa notte. I rappresentanti delle forze armate hanno indicato sul bollettino ufficiale soltanto Kim Jong-il, ma una circolare interna ai quadri dell’esercito ha sottolineato che anche l’erede è stato scelto dai militari. Questo perché i delegati al Congresso non rappresentano le intere sezioni, ma si dividono per province: Kim Jong-il, ad esempio, è stato nominato delegato per le commissioni delle province di Pyongan settentrionale e meridionale.
Nel frattempo, come dimostra la fotografia presa dal sito della Korean Central Television, i delegati hanno iniziato ieri ad arrivare a Pyongyang. E la messa in circolazione della nomina da parte dell’esercito conferma la successione. Come spiega Ryu Dong-ryeol, che insegna all’Istituto coreano di scienze politiche, “per un uomo che dovrà guidare un Paese improntato sul Songun, la teoria che predica l’esercito ‘prima di tutto’, è naturale essere indicato dalla Commissione militare”.
In ogni caso, il primo passo sarà quello di nominare Kim Jong-un membro della Commissione centrale del Partito. Secondo le regole interne, infatti, è la Commissione a organizzare e supervisionare tutti i progetti relativi al Paese. Ed è sempre la Commissione che nomina ufficialmente l’erede al trono, proprio come avvenne nel 1974 per Kim Jong-il.
Il dittatore, nel frattempo, dovrebbe presentare una nuova riforma economica in grado di risollevare il Paese piegato dalle alluvioni, dalla disastrosa riforma valutaria varata alcuni mesi fa e soprattutto dalle politiche economiche quinquennali decise dal Politburo. Secondo una fonte, la riforma potrebbe aprire gradualmente il regime al libero mercato, potenziando i commerci nelle aree “inter-coreane” come quella di Kaesong, dove lavoratori del Nord e del Sud vivono e lavorano insieme.