05/05/2022, 08.47
RUSSIA
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L’anno nuovo dei ciuvasci

di Vladimir Rozanskij

Gli eredi dei Bulgari del Volga festeggiano il risveglio della terra, l’anno nuovo degli agricoltori.  Sono almeno 100mila gli aderenti alla religione tradizionale “Tura”. Suoi elementi sono presenti nell’ortodossia russa. Avrebbero anche ispirato il “sabato comunista” di Lenin.

Mosca (AsiaNews) – A Čeboksary, importante città russa sul Volga, i rappresentanti della religione locale tradizionale “Tura” hanno festeggiato il primo maggio una delle feste principali del popolo dei ciuvasci: il “Man Kun” o “Grande Giorno”, che segna il risveglio della terra, l’anno nuovo degli agricoltori.

I ciuvasci sono un popolo quasi in via di estinzione, i cui esponenti diminuiscono di anno in anno, e non vogliono perdere la propria cultura e le proprie tradizioni, soprattutto in tempi in cui il Parlamento russo approva leggi sulla tutela delle specificità dei tanti popoli della Russia.

La Ciuvascia è una repubblica autonoma della Federazione Russa, ereditata da una decisione di Lenin dopo la rivoluzione per identificare e controllare il gruppo etnico che si ritiene l’unico vero erede dei “Bulgari del Volga”, i primi asiatici con cui gli antichi russi si confrontarono in territorio europeo. Quest’anno si festeggiano anche i 1.100 anni dell’islam, che i Bulgari proposero al principe Vladimir di Kiev prima che questi scegliesse il battesimo cristiano-bizantino, ma in Ciuvascia si rivendica il paganesimo popolare come vera radice spirituale.

La religione del “Tura” è stata ripristinata ufficialmente dopo la fine del regime ateista, nel 1995, con centro a Čeboksary. I nuovi fondatori sono stati Ivlev Danilovič, un meccanico di strumenti plastici e Fedor Madurov, uno scultore abbastanza noto e deputato del locale Consiglio provinciale ai tempi sovietici, morto poco dopo la fondazione. Madurov aveva edificato la prima “chiesa turana” nella capitale repubblicana, chiamata “Kermečuk” (in ciuvascio appunto “chiesa”), dove un gruppo di attivisti ha continuato l’opera iniziata.

Nel Kermečuk si trova il simbolo principale della religione turana, il ceppo rituale “Jupa” che riprende vita proprio durante il Man Kun, permettendo di ricominciare il lavoro nei campi con i rituali agricoli detti “Akatuj”, passate ormai le grandi gelate invernali. La data del Man Kun in realtà si determina con complicati calcoli atmosferici, anche se di fatto viene festeggiata il primo maggio, inizio ufficiale della primavera per tutti i russi che chiamano questo passaggio la “maslenitsa”, il giorno del burro che oggi è integrato nei riti cristiani della Quaresima e della Pasqua. La religione ciuvascia costituisce quindi una lontana eco del paganesimo russo della “Madre Terra” (Mokoš), di cui molti elementi si conservano nella spiritualità ortodossa.

La sacerdotessa turana Rusalina Selentaj ci tiene peraltro a precisare, in un’intervista a Idel.Realii, che “il Man Kun non coincide mai con la Pasqua cristiana, perché i calcoli delle due feste sono sempre divergenti… noi ci prepariamo alla festa con la partecipazione di tutta la popolazione, che ripulisce i campi e le aie per iniziare la semina”. Secondo Rusalina sono stati proprio i ciuvasci a ispirare a Lenin, che nacque non lontano da Čeboksary, l’istituzione comunista del “subbotnik”, il “sabato comunista” in cui tutti erano tenuti settimanalmente a ripulire i cortili e i condomini, in un’enfasi di partecipazione sociale.

Alla vigilia del Man Kun si celebra il “Kalam”, l’addio all’anno precedente con la commemorazione degli antenati e di tutti i defunti, durante il quale si svolge il rito del “Siren” o della purificazione, una specie di battesimo turano per entrare dalla porta della vita nuova, come al primo Man Kun, quando è avvenuta la creazione del mondo. Il caldo dell’estate alle porte è il segno del mondo che rinasce, con anche delle interpretazioni esoteriche che prevedono un’evoluzione della terra e del genere umano verso stadi sempre più perfezionati.

Il figlio dello scultore-fondatore, Dmitrij Madurov, ritiene che la Pasqua cristiana in Russia abbia assorbito molti elementi del Man Kun, come l’accensione del fuoco all’inizio della Veglia dopo aver spento definitivamente quello dell’anno passato. A Čeboksary quest’anno si sono riunite poche decine di persone, ma secondo Madurov sono almeno 100 mila gli aderenti della Tura nel mondo, che vogliono esprimere in modo pittoresco una speranza di pace e di vita nuova.

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