L’accordo fra Teheran e Aiea passo per ‘nuovi colloqui’ sul nucleare
Raggiunto un compromesso sulla manutenzione delle apparecchiature di monitoraggio durante una vista del direttore Grossi in Iran. Un elemento positivo in vista di ulteriori incontri fra Repubblica islamica e Occidente sul Jcpoa. Aiea: un viaggio “costruttivo”, ma non è una “soluzione permanente”. Per gli esperti le concessioni dell’Iran sono “modeste”.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - La delegazione iraniana e i rappresentanti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) hanno raggiunto ieri un accordo per risolvere “le questioni più urgenti” rimaste in sospeso fra le parti. Fra i nodi al centro della controversia, la manutenzione delle apparecchiature di monitoraggio perché possano rimanere in funzione. Attivisti ed esperti giudicano in modo positivo il passo intrapreso ieri, che apre la speranza a “nuovi colloqui” fra la Repubblica islamica e l’Occidente in tema di nucleare (Jcpoa).
Il direttore generale Aiea Rafael Grossi ha ottenuto la firma con un viaggio last-minute a Teheran, che lui stesso ha definito “costruttivo”. Nei prossimi giorni è in programma la riunione del Board, composto da 35 membri, dell’agenzia atomica durante il quale le potenze occidentali minacciavano di produrre una risoluzione di condanna dell’Iran. Quest’ultima ipotesi avrebbe, con tutta probabilità, affossato in maniera definitiva anche le ultime - residue - speranza di dialogo fra le parti e una ripresa dell’accordo nucleare sconfessato tre anni fa dalla Casa Bianca.
In una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro si legge che “agli ispettori Aiea sarà consentito di riparare le apparecchiature identificate e sostituire i supporti di memorizzazione [che vanno cambiati ogni tre mesi, ndr]”. Le componenti saranno tenute “sotto il sigillo congiunto dell’Aiea e dell’Aeoi (la controparte iraniana dell’Agenzia atomica), nella Repubblica islamica dell’Iran. Tempi e modi saranno concordati fra le parti”. Secondo alcune fonti Aiea non avrà ancora accesso ai dati della telecamera, ma verranno forniti in caso di successo dei colloqui in atto per salvare l’accordo internazionale del 2015.
Nell’ultimo biennio Teheran ha violato in maniera progressiva i termini del patto; i primi passi risalgono al 2019, in risposta al ritiro nel maggio 2018 dell’allora presidente Donald Trump dal Jcpoa e alla reintroduzione delle più dure sanzioni della storia, che hanno determinato un crollo dell’economia iraniana. L’accordo temporaneo è scaduto il 24 giugno scorso e le diplomazie internazionali sono al lavoro per un nuovo concordato sebbene Joe Biden abbia mantenuto le sanzioni del predecessore. Da aprile emissari Usa, europei ed iraniani hanno avviato colloqui a Vienna; l’ultimo incontro si è tenuto il 20 giugno, dopo le elezioni presidenziali che hanno decretato la vittoria dell’ultraconservatore Ebrahim Raisi.
Al rientro a Vienna Grossi ha sottolineato che l’accordo raggiunto a Teheran “non è una soluzione permanente, e non può esserlo”. Si tratta “di un ripiego”, una misura “per lasciare tempo alla diplomazia”. “Siamo riusciti - ha proseguito - a risolvere il problema più urgente: l’imminente perdita di conoscenze con cui ci siamo confrontati forno a ieri. Ora abbiamo una soluzione” e come conferma il rappresentante Ue Enrique Mora si apre lo “spazio per la diplomazia”.
In realtà restano aperte diverse questioni irrisolte, fra cui l’incapacità - o la mancata volontà - di Teheran di spiegare le tracce di uranio in tre siti non dichiarati. Pur descrivendo le “concessioni” dell’Iran sul monitoraggio “molto modeste”, l’analista di Eurasia Group Henry Rome ha affermato che “saranno quasi certamente sufficienti per evitare la censura alla riunione” che comincia oggi.
16/02/2021 08:49