L’UE chiede conto alla Cina dei casi di tortura degli avvocati per i diritti umani
Nota ufficiale della Portavoce. Il rilascio di Xie Yanyi e Li Chunfu “un passo in avanti”. La richiesta di spiegazioni per i casi Li Heping, Wang Quangzhang e Xie Yang. Chiesta la scarcerazione degli avvocati e attivisti ancora detenuti.
Bruxelles (AsiaNews) - L’Unione Europea si è rivolta al governo di Pechino per chiedere una investigazione sui casi di tortura nei confronti degli avvocati per i diritti umani detenuti dalle autorità cinesi dal luglio 2015. E’ di sabato 28 gennaio la dichiarazione ufficiale della Portavoce.
Sebbene l’avvenuto rilascio di Xie Yanyi e Li Chunfu viene definito “un positivo passo in avanti”, Bruxelles si dichiara a conoscenza di informazioni riguardanti i seri maltrattamenti subiti dagli avvocati Li Heping, Wang Quangzhang e Xie Yang. Se queste informazioni venissero confermate, specifica la nota, questi maltrattamenti significherebbero tortura.
La dichiarazione prosegue poi citando un rapporto del dicembre 2015 redatto dal Comitato contro le torture dell’Onu, nel quale si esprime seria preoccupazione per la pratica della tortura nel sistema di giustizia penale cinese.
La nota prosegue dunque affermando: “L'Unione Europea si aspetta che le autorità competenti in Cina indaghino, senza indugio, il resoconto delle torture nel caso di Xie Yang e le accuse di tortura nei casi di Li Heping e Wang Quanzhang”. Viene poi citata la stessa legge cinese che vieta la pratica della tortura: “Ai sensi dell'articolo 18 del codice di procedura penale della Cina, se si confermano i resoconti di maltrattamenti o torture, questo dovrebbe comportare la punizione dei responsabili”.
Il presidente cinese, in un discorso dell’aprile 2015 sulle contraddizioni tra i vertici del Partito e la legge, aveva dichiarato che 'La Cina è un paese governato dalla legge' e che 'ogni organizzazione di partito [comunista] e membro del partito devono rispettare la Costituzione e le leggi del Paese, e non devono assumere la leadership del partito come un privilegio per violarle'.
L’augurio della Portavoce è che nel frattempo vengano prese tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza ed il benessere dei detenuti. La dichiarazione si conclude quindi con la richiesta da parte dell’Unione Europea del rilascio degli avvocati e degli attivisti per i diritti umani ancora in custodia, tra i quali viene citato anche Jiang Tianyong.
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