Lotta alla tubercolosi, la missione quotidiana di sr. Roberta Pignone
Oggi la Giornata mondiale per la lotta a una malattia che in Bangladesh causa ancora 100 morti al giorno. La testimonianza di una Missionaria dell'Immacolata, medico, attiva da 12 anni a Khulna su questa frontiera: "Molti ancora non conoscono la TBC e arrivano quando sono già gravi. Curando loro sono un segno dell'amore di Gesù per tutti".
Khulna (AsiaNews) - Oggi si celebra la Giornata mondiale per la lotta alla tubercolosi, una malattia che resta un grave problema di salute pubblica in tanti Paesi dell’Asia.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sei dei Paesi ad alto carico di tubercolosi a livello globale si trovano in Asia Meridionale e nella regione del Sud-Est asiatico: Bangladesh, Corea del Nord, India, Indonesia, Myanmar e Thailandia, a cui si aggiunge poi anche il Nepal nella statistica ristretta delle forme di questa malattia multiresistenti ai farmaci. In Bangladesh ogni minuto si ammala una nuova persona e ogni giorno sono in media 100 le persone che muoiono a causa della tubercolosi.
Il tema della Giornata di quest'anno è “Sì! Possiamo vincere la tubercolosi!”. Ed è la sfida che porta avanti quotidianamente sr. Roberta Pignone, religiosa italiana delle Missionarie dell'Immacolata (le suore del Pime), da 12 anni in Bangladesh. Lavora tra i poveri nelle baraccopoli della diocesi di Khulna, curando quanti vengono a cercare aiuto, soprattutto i malati di lebbra e di TBC. Oltre che in un piccolo ospedale di 33 letti, 3 ambulatori e 15 centri di controllo della tubercolosi, il lavoro di sr. Roberta prevede un’intensa attività di sensibilizzazione che attraversa le strade di Khulna per educare la gente e curare i sofferenti. Ogni giorno assiste con amore circa 40 pazienti.
“Con la mia cura per i pazienti affetti da tubercolosi sono un segno dell’amore di Gesù”, racconta ad AsiaNews. “Essendo bisognosi, molti pazienti non possono permettersi cibo nutriente, perciò oltre alle medicine forniamo loro anche nutrimento gratuito”.
Sr. Pignone, che è direttrice del progetto e medico del Damien Hospital, spiega che per molti anni le Missionarie dell’Immacolata stavano già prestando servizio in Bangladesh per i pazienti affetti da lebbra e, dal 2012, hanno iniziato a prendersi cura anche dei malati di TBC. “Abbiamo scoperto che gradualmente i malati di lebbra stavano diminuendo ma quelli affetti da tubercolosi stavano aumentando. Adesso nel nostro ospedale di Khulna, metà dei letti sono per loro”, descrive la dottoressa.
“Molte persone non conoscono la tubercolosi - continua la Missionaria dell’Immacolata -. Ultimamente vengono da noi quando la loro situazione è già grave. Ai malati consigliamo di sottoporre a diagnosi anche gli altri membri della famiglia e seguirli con un trattamento speciale. Portiamo avanti un programma di sensibilizzazione per proteggersi da questa malattia”.
Il governo del Bangladesh fornisce i medicinali, mentre la Caritas aiuta a gestire l’ospedale. Sr. Roberta racconta di essere felice di poter servire in questo modo la gente del Bangladesh, senza distinzioni religiose. “Nel nostro ospedale, oltre il 95% dei pazienti non è cristiano e io, offrendo loro amore, porto una testimonianza del Vangelo di Gesù”.
Il prof. Ahmedul Kabir, direttore generale aggiunto della Direzione Generale dei Servizi Sanitari (DGHS) del Bangladesh, ha dichiarato ad AsiaNews che secondo i dati della DGHS nel 2021 sono stati diagnosticati nel Paese 307.561 nuovi pazienti, mentre si ritiene che altri 67.439 non siano stati individuati. “Stiamo lavorando per porre fine o almeno controllare questa malattia entro il 2030 - ha aggiunto -. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre far crescere tra la gente la consapevolezza sui sintomi, sulla diagnosi e sulla disponibilità di trattamenti”.