Lotta al terrorismo islamico in cambio di aiuti: la ricetta di Ashraf Ghani in Cina
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Lotta al terrorismo islamico in cambio di sostegno economico: è l'offerta lanciata da Ashraf Ghani, neo-presidente dell'Afghanistan, alla sua controparte cinese Xi Jinping. Per il suo primo viaggio all'estero come capo di Stato, Ghani ha scelto Pechino, dove è arrivato il 28 ottobre scorso per una visita di quattro giorni. Entrambe le questioni sono fondamentali per Kabul, che deve consolidare la propria stabilità in vista del ritiro definitivo delle truppe Usa, rimandato di altri due anni.
Cina e Afghanistan condividono i 91 km del quasi invalicabile corridoio montuoso di Wakhan, vicino a Pakistan e Tajikistan. Da sempre Pechino sostiene che i separatisti uighuri del Xinjiang (di fede islamica, ndr) vengono addestrati lungo il confine afghano-pakistano dai militanti talebani.
Dopo l'incontro tra Ghani e Xi, Kong Xuanyou - direttore generale del Dipartimento affari asiatici del ministero degli Esteri - ha spiegato: "Per quanto riguarda la sicurezza, il presidente Ghani ha espresso il pronto e fermo sostegno dell'Afghanistan alla lotta cinese contro i terroristi del movimento islamico del Turkestan orientale".
I due leader hanno poi firmato un comunicato congiunto, annunciando che la Cina darà 2 miliardi di yuan (327 milioni di dollari) all'Afghanistan entro il 2017. Almeno 500 milioni di yuan arriveranno entro la fine di quest'anno, i restanti 1,5 miliardi nei prossimi tre anni. Pechino inoltre sosterrà la formazione di 3mila professionisti afghani nei prossimi cinque anni.
La Cina ha riferito di non voler prendere il posto delle truppe occidentali in Afghanistan, ma ha promesso di svolgere - dal punto di vista commerciale - una "enorme" parte nella ricostruzione del Paese. Dalla caduta del regime talebano nel 2001, la partecipazione di Pechino alla riabilitazione di Kabul si è tradotta in circa 250 milioni di dollari e nel sostegno alla lotta al narcotraffico.
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