Lo Sri Lanka in crisi aumenta ancora la spesa militare
Il Paese in ginocchio per il crollo della valuta e il debito spende il 19% delle sue risorse per un esercito che a 13 anni dalla fine della guerra resta massicciamente dispiegato nel Nord del Paese. L'accusa di un parlamentare Tamil: "Il governo e il presidente Wickremesinghe hanno bisogno dei militari perché non hanno il sostegno dell'opinione pubblica”.
Colombo (AsiaNews) - “Le riforme per far uscire lo Sri Lanka dalla crisi economica dovrebbero coinvolgere anche le forze armate con un ridimensionamento dell'esercito dell'isola”. A sollevare la questione durante il dibattito sul bilancio è il parlamentare Tamil dell’opposizione Gajendrakumar Ponnambalam che contesta non solo la mancanza di provvedimenti in questo senso ma addirittura un ulteriore aumento della spesa militare, nonostante il Paese sia in ginocchio e stia trattando la ristrutturazione del debito per fare fronte alla crisi sociale.
“Il governo e il presidente Wickremesinghe hanno bisogno dei militari, perché non hanno il sostegno dell'opinione pubblica”, ha accusato il deputato dell’All Ceylon Tamil Congress, ricordando come la spesa militare costituisca il 19% del bilancio dello Stato. “Nell'ex zona di guerra nel nord dello Sri Lanka – ha proseguito Ponnambalam - mantengono una struttura militare massiccia anche durante il periodo di crisi economica, per opprimere la popolazione. Il governo ha stanziato più soldi per il mantenimento delle forze armate in un momento in cui la rupia si sta svalutando e anche se non si vedono nemici nel Paese".
La maggior parte dei parlamentari dell'opposizione provenienti dalle province del Nord ha sollevato preoccupazioni per la pesante presenza militare nella regione, nonostante siano passati ormai 13 anni dalla fine della lunga guerra con la sconfitta delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam, un gruppo terroristico che chiedeva uno Stato indipendente per la minoranza etnica Tamil nel Nord e nell'Est dello Sri Lanka.