Liu Xiaobo: “Il Nobel è per le vittime di Tiananmen”
Pechino (AsiaNews) – Il premio Nobel per la pace del 2010 “è dedicato alle anime perse del 4 giugno, le vittime dei moti pro-democrazia di piazza Tiananmen”. Lo ha detto lo stesso Liu Xiaobo, docente universitario e vincitore del riconoscimento, condannato a 11 anni di carcere per aver redatto e fatto circolare Charta ’08, documento che chiede a Pechino l’instaurazione di un governo democratico in Cina. Lo ha detto la moglie, Liu Xia, che è riuscita a visitarlo in carcere.
Liu ha appreso proprio dalla consorte di avere vinto il Nobel per la pace ed è scoppiato a piangere. L’incontro tra i due, riporta Human Rights in China, “è durato circa un’ora”. L’attivista democratico ha ricordato che le vittime di Tiananmen hanno dato la vita “per la pace, la libertà, la democrazia”. Al termine dell’incontro, Liu Xia è tornata nella sua residenza dov’è trattenuta di fatto agli arresti domiciliari.
Secondo Hric, organizzazione umanitaria con sede negli Usa che segue i dissidenti cinesi, “alcuni agenti di sicurezza dello Stato impediscono a Liu Xia di entrare in contatto con i media e i suoi stessi amici. Le hanno detto che se intende lasciare il suo domicilio potrà farlo solo con un veicolo della polizia”.
“È di fatto consegnata agli arresti domiciliari nel suo appartamento di Pechino”, ha aggiunto Beth Schwanke, consigliere giuridico del gruppo Freedom Now. Secondo il diritto cinese, non serve un’inchiesta aperta dalla magistratura per arrestare o mettere ai domiciliari un cittadino. Basta il rischio di “turbative dell’ordine pubblico”.
Secondo il legale di Freedom Now, “dopo l'attribuzione del Nobel a Liu Xiaobo la polizia ha posto sotto sequestro il telefono della moglie ed ha notificato ufficialmente il fermo della donna". La notifica ufficiale, fino ad oggi, non era stata mai pubblicata.
A favore di Liu Xiaobo si sono mosse le maggiori autorità mondiali nel campo dei diritti umani, e buona parte dei governi occidentali. Dopo Obama e diversi ministri europei, anche il Dalai Lama ha criticato oggi la risposta di Pechino all’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al dissidente cinese Liu Xiaobo.
Secondo il leader buddista tibetano, “il governo cinese non apprezza assolutamente opinioni diverse. Andare verso una società aperta e trasparente è l'unica soluzione per salvare tutto il popolo cinese, ma alcuni mantengono una linea dura, sono bloccati in un modo di pensare retrogrado”.
Anche l’Unione europea ha cercato di manifestare vicinanza al dissidente, ma ai diplomatici europei è stato impedito di fare visita alla moglie del Nobel. Lo ha riferito il Primo segretario per gli Affari politici della delegazione Ue in Cina, Simon Sharpe, precisando di essersi recato all’abitazione della donna per recapitare personalmente una lettera di congratulazioni del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Sharpe era accompagnato da diplomatici di circa 10 ambasciate, tra cui quelle di Italia, Svizzera, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Belgio e Australia.
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