Linciaggio per blasfemia: plauso a condanne esemplari, no a pena di morte
Per l'uccisione di un dirigente di fabbrica srilankese attaccato da una folla di fanatici l'Alta Corte di Lahore ha condannato 88 accusati, comminando anche 6 sentenze capitali. Le associazioni per i diritti umani pachistane: "Gesto importante, ma ci si ricordi anche di chi è in carcere ingiustamente per blasfemia".
Lahore (AsiaNews) - Soddisfazione per le condanne esemplari, ma rifiuto dell’applicazione della pena di morte. È stata questa la reazione delle associazioni per i diritti umani del Pakistan dopo la sentenza con cui l’Alta Corte di Lahore ha condannato 88 persone sulle 89 arrestate per il linciaggio di Priyantha Diyawadanage, un dirigente srilankese di una fabbrica di Sialkot, colpito a morte il 3 dicembre 2021 perché accusato di blasfemia. I giudici hanno comminato 6 condanne a morte, mentre ad altre 9 persone è stata data la pena dell'ergastolo per questo grave atto di violenza. Per gli altri imputati la Corte ha decretato pene tra i due e i cinque anni di reclusione. Nella ricostruzione dei fatti i giudici hanno assunto come prova i video dei telefoni cellulari sequestrati a 55 indagati, oltre al contenuto delle deposizioni di alcuni testimoni a cui sono state garantite misure di protezione.
Secondo Mariyam Kashif Anthony, attivista sociale di Karachi, il verdetto e la rapida risposta della giustizia sono un fatto apprezzabile: “Ci aspettiamo - ha commentato - che anche per altre vittime delle accuse di blasfemia si possa giungere a un processo in tempi altrettanto rapidi. Ci sono tuttora molto persone in carcere perché vittime di questo tipo di accusa".
Riserve sulla pena di morte sono state espresse da Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan (HRFP), che riconosce comunque “la coraggiosa decisione di consegnare i colpevoli alla giustizia. La decisione è un chiaro messaggio che le false accuse di blasfemia danneggiano l'immagine del Pakistan e le persone soffrono forme di violenza estrema per crimini che non hanno commesso”.
"Chiediamo che gli studenti delle scuole e delle madrase - aggiunge Naveed Walter - siano sensibilizzati e che la mentalità sul fondamentalismo religioso cambi". Chiede inoltre che venga vietato per legge ritrarre come eroi gli assassini degli accusati di blasfemia “affinché i giovani non vengano incoraggiati a compiere gli stessi gesti". Nelle questioni di blasfemia - conclude - gli attacchi della folla dovrebbero essere fermati e la legge dovrebbe garantire i diritti degli accusati, per evitare che si ripetano episodi come quello di cui è stato vittima Priyantha Kumara.