Libertà religiosa, in Asia i governi più repressivi
Roma (AsiaNews) Presentiamo alcune anticipazioni del Rapporto 2004 sulla Libertà Religiosa nel Mondo curato da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Vi è descritta la situazione di alcuni Paesi asiatici dove in cui la libertà religiosa manca del tutto o soffre di gravi limitazioni. Sottolineamo che sono asiatici i primi tre paesi in cima alla lista dei governi che combattono la libertà religiosa: Arabia Saudita, Corea del Nord e Laos.
Arabia Saudita
Nel 2003 il Regno wahabita è l'ultimo paese per il rispetto della libertà religiosa nell'apposita classifica di Open Doors, un ente americano in difesa dei cristiani perseguitati. Si denota una maggiore - anche se incompleta - libertà di riunione per gli sciiti. Le invocazioni nelle moschee contro cristiani ed ebrei continuano ad essere praticate, anceh dagli imam della grande moschea della Mecca e di Medina.
Cina
Il 2003 è stato caratterizzato dal cambio di leadership politica. Ma la riconferma di Ye Xiaowen ateo e conservatore a direttore dell'amministrazione per gli Affari religiosi ha decretato una politica religiosa che vuole tenere sotto controllo (definito "democratico") tutte le religioni ufficiali ed eliminare tutte le organizzazioni clandestine o non ufficiali. Le comunità protestanti, che contano circa 50 milioni di aderenti, sono tra le più bersagliate perché non accettano di essere incasellate nelle organizzazioni ufficiali.
Corea del Nord
La situazione religiosa è avvolta nel mistero perché il Paese è totalmente impenetrabile e isolato dal mondo. Le notizie che trapelano parlano di brutali persecuzioni e di stretto controllo del governo. Si calcola che da quando si è instaurato il regime comunista nel '53 sono scomparsi circa 300 mila cristiani. I detenuti nei campi di lavoro sono oggi 100 mila.
Georgia
Si è registrata una diminuzione della violenza degli estremisti ortodossi verso gli altri gruppi religiosi, ma la situazione delle confessioni minoritarie resta precaria. L'assenza di una legge sulla libertà religiosa rende impossibile ai gruppi religiosi non ortodossi ottenere il riconoscimento legale e ne aggrava la situazione.
India
Il fondamentalismo induista calpesta i diritti delle minoranze religiosi, nega loro i diritti costituzionali e ne minaccia l'esistenza. Negli Stati sotto stretto controllo del partito induista BJP, i continui scontri interreligiosi sembrano aver reso assai difficile il lavoro di evangelizzazione. Il Global Council of Indian Christians, che riunisce le minoranze cristiane, ha duramente protestato e chiesto maggiori misure di protezione dagli attacchi dei fondamentalisti.
Iraq
Il regime di Saddam Hussein, spesso criticato per le sue molteplici interferenze nella libertà religiosa dei cittadini, è stato sconfitto militarmente il 9 aprile 2003 da una coalizione guidata dagli Stati Uniti. Dopo la caduta del regime si è assistito a una crescita inaudita del fondamentalismo religioso. I cristiani hanno voluto essere partecipi del processo di democratizzazione faticosamente avviato. I patriarchi e i vescovi cristiani hanno sollecitato il riconoscimenti dei diritti umani e, in particolare, della libertà religiosa.
Laos
Il paese è al terzo posto nella persecuzione dei cristiani nel mondo, dopo Corea del Nord e Arabia Saudita. È una delle poche nazioni dove il governo ha dichiarato espressamente di voler eliminare i cristiani, considerando il cristianesimo una violazione dei costumi laotiani e "una religione straniera imperialista", appoggiata da interessi politici occidentali, in particolare americani. L'articolo 30 della costituzione prevede la libertà religiosa, ma essa è fortemente limitata nella pratica.
Myanmar
Il Paese è al nono posto nella classifica di Open Doors sulla persecuzione religiosa. La Costituzione del 1974 prevede restrizioni legislative e amministrative alla libertà religiosa. Anche se non vi è una religione di Stato, il governo favorisce il buddismo theravada praticato dalla maggioranza della popolazione, suscitando la reazione della minoranza cristiana e musulmana e inasprendo i conflitti interreligiosi. La discriminazione delle minoranze è realizzata con le restrizioni nell'istruzione, nell'evangelizzazione e nella costruzione di luoghi di culto.
Uzbekistan
Il governo ha attuato una politica fortemente limitativa della libertà religiosa. Le comunità religiosa in particolare quelle musulmane sono sottoposte a forti controlli da parte delle autorità. Il governo tenta inoltre di frenare la diffusione dei gruppi protestanti, dei testimoni di Geova, degli Hare Krishna e delle altre religioni considerate "non tradizionali". Il lavoro missionario è vietato, così come l'istruzione religiosa in forma privata.
Vietnam
La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione, ma in pratica soprattutto nelle zone montuose interne è violata da continue vessazioni, arresti di fedeli, distruzioni di chiese e templi. Il governo mira al controllo di tutti i movimenti religiosi.