15/05/2021, 08.10
MYANMAR-GIAPPONE
Invia ad un amico

Liberato giornalista giapponese. Tokyo dona al Myanmar 4 milioni di dollari in cibo

di Francis Khoo Thwe

Yuki Kitazumi era accusato di favorire il movimento democratico con i suoi servizi giornalistici. Almeno 80 giornalisti sono stati arrestati. Non si sa se la donazione di Tokyo sia un “riscatto”, e se essa andrà alla popolazione o ai soldati. Sale il bilancio delle violenze della giunta: 788 gli uccisi 3971 gli arrestati.

Yangon (AsiaNews) - Yuki Kitazumi, un giornalista giapponese che le forze di sicurezza avevano arrestato circa un mese fa, è stato liberato e deportato a Tokyo. A causa dei suoi servizi, Kitazumi era stato accusato di aver sostenuto le rivolte contro il colpo di Stato.

Il ministro giapponese degli Esteri, Toshimitsu Motegi, ha confermato ieri che Kitazumi era in viaggio per Tokyo, e che sarebbe arrivato ieri sera (foto 2). Egli ha anche detto che il Giappone ha usato “diversi canali” per la liberazione del loro connazionale. Motegi ha annunciato che il suo Paese ha offerto al Myanmar 4 milioni di dollari Usa in cibo di emergenza, data la grave situazione economica del Paese. La donazione dovrebbe arrivare al Myanmar attraverso il World Food Programme, che dovrebbe distribuire gli aiuti ad almeno 600mila persone.

In marzo, il Giappone aveva dichiarato di voler sospendere gli aiuti al Myanmar, condannando il colpo di Stato e chiedendo un ritorno alla democrazia.

Al presente non si sa se questa donazione sia una specie di “pagamento del riscatto”, o “uno scambio”, né si conosce quali persone riceveranno gli aiuti. Dopo il colpo di Stato, la penuria di cibo si fa sentire ovunque, fra la popolazione e nell’esercito. Molte testimonianze raccontando di soldati che nelle loro ispezioni ai mercati e nei raid notturni nelle case di presunti attivisti, rubano valori e cibo, oltre a picchiare, arrestare e uccidere. La televisione birmana di Stato, la MRTV, ha annunciato che le accuse contro il giornalista sono cadute come gesto di “riconciliazione col Giappone e per migliorare il nostro rapporto”.

In questi mesi la giunta ha arrestato almeno 80 giornalisti, tutti accusati di favorire il movimento democratico con i loro servizi. Fra essi vi sono anche alcuni stranieri. Nel tentativo di bloccare la “cattiva stampa” su di essa, la giunta ha chiuso alcuni giornali locali, proibisce l’uso di antenne satellitari e impone un controllo e una parziale chiusura di internet.

Intanto, nel Paese non si fermano le manifestazioni contro il colpo di Stato. Ieri vi sono state dimostrazioni nello Stato Chin, nella regione di Magway e Sagaing, a Kyaukme (Stato Shan), a Yangon (foto 1).

Le forze di sicurezza continuano ad arrestare e uccidere. Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, fino a ieri sera, il numero verificato di uccisi è salito a 788; gli arrestati sono 3971. Di questi, 20 sono stati condannati a morte; 14 a tre anni di prigione.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Yangon, incontri pre-elettorali della giunta boicottati da quasi tutti i partiti
21/05/2021 12:22
Yangon, i militari arrestano un giornalista Usa
25/05/2021 11:42
Riappare di persona Aung San Suu Kyi. Bombardata chiesa cattolica
24/05/2021 12:14
Yangon, attivisti: dopo il golpe più di 800 morti per mano dei militari
18/05/2021 11:23
I soldati della giunta sono ‘terroristi’
07/05/2021 14:20


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”