Libano, unanime condanna dell'attentato contro i 6 caschi blu
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – Non è giunta ancora nessuna rivendicazione per l'attentato terrorista che ieri ha ucciso 6 caschi blu – tre spagnoli e tre colombiani - dell’Unifil, la forza Onu impegnata da 10 mesi nel sud del Libano. Unanime la condanna in Libano. Hezbollah ha subito preso le distanze dalla vicenda orchestrata per “destabilizzare il Paese”. Il presidente, Emile Lahoud, ha parlato di “odioso attacco che mina la stabilità interna”. Il premier, Fouad Siniora, ha espresso la solidarietà libanese al primo ministro spagnolo Zapatero ed al comandante dell’Unifil, generale Claudio Graziano. Anche l’opposizione ha espresso sdegno per l’attacco.
Questo è il primo attacco contro le Nazioni Unite nella zona dalla fine della guerra, l’estate scorsa, tra Israele e l’ala armata di Hezbollah.
L’autobomba è esplosa nel pomeriggio, mentre passavano due blindati del contingente spagnolo nei pressi della località di Dardara, a 5 km dalla Linea Blu che dal 2000 separa il Libano da Israele.
In un primo momento si è pensato a un ordigno, posto sul ciglio della strada e comandato a distanza; ieri in serata, però, la polizia ha annunciato il ritrovamento sul luogo dell’attacco, di un’auto con all’interno resti umani. Già da alcuni mesi gli stessi responsabili Unifil nella regione indicano i militanti sunniti come la maggiore minaccia alla sicurezza. Le ultime settimane sono state caratterizzate da forte tensione tra le forze di peacekeeping Onu e Fath al-Islam. Il gruppo sunnita d’ispirazione qaedista che ha combattuto nelle ultime settimane contro l’esercito libanese in un campo profughi palestinese vicino a Tripoli, accusava l’Unifil di aver bombardato il campo. L’Unifil ha sempre negato ma dagli scontri a Nahr el-Bared il livello di allerta per il contingente Onu si era già notevolmente innalzato.