04/03/2024, 10.44
INDIA
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L'eredità di p. Curtois nel dialogo tra cristiani e musulmani in India

di Nirmala Carvalho

Ricordato a Delhi il gesuita belga che alla metà del XX secolo in India fu pioniere negli studi e nell'incontro con l'islam. P. Edwin: "Incoraggiava a testimoniare reciprocamente la propria fede, per riconoscere il Padre celeste l'uno nell'altro". Dedicata alla via di san Francesco nel dialogo la Curtois Memorial Lecture di quest'anno.

Delhi (AsiaNews) - Un grande pioniere del dialogo islamo-cristiano che ispira ancora oggi il cammino della Chiesa in India. Così a Delhi è stata ricordata in questi giorni la figura di p. Victor Curtois, gesuita belga che già alla metà del XX secolo ha esplorato in profondità a Calcutta l’identità islamica.

Occasione per celebrarlo è stata in questi giorni la settima edizione della Victor Courtois Memorial Lecture organizzata dall'Associazione di studi islamici a Delhi. La conferenza di quest’anno si è tenuta il 25 febbraio con l’intervento del prof. Michael Calabria, frate minore francescano, che ha parlato sul tema: “Dal Marocco all’Impero Mughal: gli incontri francescani con i musulmani e il loro significato per il dialogo interreligioso di oggi”.

L'islamologo p. Victor Courtois, morto a Kolkata nel 1960 all'età di 53 anni, è considerato un apostolo del dialogo islamo-cristiano a Calcutta. Il suo confratello p. Victor Edwin, segretario dell'Associazione per gli studi islamici che ha sede a New Delhi, ha spiegato ad AsiaNews: "P. Courtois ha trascorso gran parte della sua vita in India e ha avuto un ruolo fondamentale nel trasformare le relazioni tra cristiani e musulmani in questo Paese. Ha inaugurato un'era di relazioni e di rispetto”. Il missionario belga ha insegnato che cristiani e musulmani sono fratelli, poiché Dio è il Padre di tutti gli uomini. “P. Courtois - ha aggiunto ancora p. Edwin - ha incoraggiato i cristiani e i musulmani a non esitare nel testimoniare reciprocamente la propria fede, perché è questo a renderci capaci di riconoscere il Padre celeste l'uno nell'altro”.

Nella conferenza di quest’anno p. Calabria ha parlato del modello offerto da san Francesco d'Assisi nell'avvicinare i musulmani. Durante la quinta crociata, segnata dal disprezzo nei confronti dei musulmani, san Francesco scelse una strada diversa e si rivolse al sultano in Egitto. Con sua grande sorpresa, questi lo accolse a braccia aperte e gli mostrò grande ospitalità. E fu un’esperienza che ebbe un profondo impatto sulla visione teologica di san Francesco per il ministero dei suoi frati tra i musulmani.

Ricordando le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nel 1986 durante l'incontro di preghiera delle religioni per la pace, p. Calabria ha descritto la "lezione permanente di Assisi" come la mitezza, l'umiltà, il profondo senso di Dio e l'impegno di san Francesco a servire tutti. Invitando a fare proprio l’insegnamento del Concilio Vaticano II che incoraggia la Chiesa a considerare i musulmani con stima e a lavorare con loro per promuovere la giustizia sociale, il benessere morale, la pace e la libertà a beneficio di tutti.

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